martedì 24 novembre 2015

Correre A Piedi Nudi Fa Bene Alla Salute



Correre a piedi nudi fa bene alla salute.

Dalle città neozelandesi ai prati di Central Park, tra i maratoneti come tra i runner della domenica in cerca di contatto con la natura, il barefoot running o corsa a piedi nudi è sempre più di moda. Ma fa davvero bene, migliora le prestazioni sportive o al contrario aumenta i rischi di infortunio? Per risolvere il dilemma ci vengono in aiuto alcuni studi recenti sull’argomento.

Gli esseri umani hanno corso scalzi per centinaia di migliaia di anni, dopodiché hanno imparato a correre con calzature leggere e sandali che non influenzavano sensibilmente la qualità della corsa.
Le prime calzature tecniche per l’atletica leggera sono state inventate dopo il 1970. Questo non vuol dire però che siamo tutti pronti a rinunciare alle scarpe, afferma Stuart Warden, ricercatore in fisoterapia presso l’università americana dell’Indiana.

Il fatto è che se siamo cresciuti calzando scarpe da ginnastica rinforzate, alcuni muscoli delle nostre caviglie e dei nostri piedi,soprattutto quelli dell’arco plantare, possono essere poco sviluppati o poco allenati. Le calzature moderne sostengono e proteggono il piede a tal punto che alcuni muscoli possono fare a meno di lavorare e finiscono per indebolirsi. In questi casi, correre a piedi nudi può essere rischioso.
Daniel Lieberman, biologo evoluzionista dell’università di Harvard, è andato oltre e ha analizzato la corsa di persone abituate a correre scalze, comparandola con lo stile di corsa di tutti gli altri. Ebbene i corridori scalzi tendono ad appoggiare a terra prima l’avampiede, poi il resto del piede: in questo modo ammortizzano il contatto con il suolo ed evitano forti contraccolpi
corridori abituati alle scarpe, invece, impattano il terreno direttamente con il tallone. Ne consegue che mentre i primi possono correre in tutta sicurezza lunghe distanze a piedi nudi, i secondi rischierebbero di sovraccaricare le articolazioni e di infortunarsi.
Siamo quindi condannati a usare per sempre le scarpe? Niente affatto: correre a piedi nudi si può, basta abituarsi con gradualità.
In particolare i bambini è sempre bene che stiano i più scalzi possibili!

8 Buoni Motivi Per Camminare



8 Buoni Motivi Per Camminare 

Riuscire ad immaginare qualcosa di più naturale e innato del ‘camminare’, almeno per un essere umano, è veramente difficile. Ciò che ci distingue da tutti gli altri esseri viventi è  proprio la capacità di tenere una posizione eretta e riuscire a compiere dei movimenti simultanei e armonici compiendo una serie di passi attraverso l’uso di gambe e piedi.

Forse ‘viziati’ dalle cattive abitudini moderne e dai ritmi frenetici della città che spingono verso l’utilizzo di mezzi di trasporto più comodi e veloci, la maggior parte delle persone  ha perso di vista i molti benefici che si nascondono dietro questa semplice, e solo apparentemente ‘banale’, azione, come il camminare.


Passeggiare all’aria aperta, magari al parco o intorno al proprio quartiere, può diventare un elisir di benessere e giovinezza se praticato per almeno 30/40 minuti al giorno; 10.000 passi, compiuti alla velocità che preferite, passeggiando o camminando a  passo svelto. Un piccolo traguardo quotidiano non troppo difficile da centrare se consideriamo che molte delle attività che compiamo quotidianamente equivalgono, in media, a circa la metà dell’obiettivo. E se proprio il tempo per concedersi una bella passeggiata all’aria aperta non c’è, tocca lasciare l’auto in garage per occuparsi di ciò che, in fondo in fondo, si può fare benissimo a piedi: andare a far la spesa, accompagnare i bimbi a scuola … qualsiasi pretesto è buono per fare un po’ di sano movimento!

Non siete ancora convinti? Ecco allora i famosi 8 buoni motivi per abbandonare la sedentarietà e sposare uno stile di vita dinamico e attivo:
1. Camminare tutti i giorni previene il diabete. Recenti studi confermano che una passeggiata quotidiana a passo svelto riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 poiché triplica l’aumento della sensibilità all’insulina, perfino nei soggetti geneticamente predisposti.
2. Camminare migliora la vita sessuale. Un esperimento condotto su un campione di donne di età compresa tra i 45 e i 55 anni ha dimostrato che una regolare attività fisica, non solo aumenta il desiderio, ma migliora anche la sensazione di appagamento sessuale dopo ogni rapporto (con grande giovamento per l’armonia della coppia).
3. Camminare tutti i giorni fa bene al corpo, alla mente… e alle tasche! Già, perché oltre che risparmiare i soldi della benzina, una bella camminata all’aria aperta può tranquillamente sostituirsi ad un’ora di esercizio in palestra.
4. ‘Una passeggiata al giorno leva il medico di torno’. Anche in questo caso, è uno studio britannico a confermare che più lunghe e regolari sono le passeggiate settimanali, più basse sono le probabilità di dover ricorrere a medicinali di uso comune o a visite mediche. Via libera, dunque, alle brevi passeggiate durante la settimana, quando il tempo scarseggia, ma nel weekend o durante i giorni di festa aumentate il chilometraggio 
5. Addio al  mal di schiena. Basti pensare  che per combattere il mal di schiena e i dolori muscolari  non servono  lunghe sedute fisioterapiche o massaggi costosissimi? Perfino la fibromialgia (condizione di indolenzimento cronico che colpisce il 4% della popolazione mondiale e che comporta dolore reumatico alla schiena, tensione muscolare e perfino depressione) può essere contrastata con una camminata  di 1 ora per 3 volte a settimana.
6. Passeggiando riduci il rischio di ictus. Una passeggiata di 30 minuti a passo svelto per 5 giorni a settimana: è tutto quel che occorre per ridurre in maniera significativa il rischio di ictus. Secondo uno studio condotto dall’università americana del South Carolina le probabilità di essere colpiti da un attacco apoplettico scendono del 40%.
7. Camminare ogni giorno fa bene a tutti, specie alle donne. Ad affermarlo è un gruppo di ricercatori di Yale che ha studiato gli effetti del camminare quotidianamente sulla salute di un campione di donne colpite da cancro al seno. Il risultato è che l’attività fisica aumenta del 45% le possibilità di sopravvivenza.
8. Passeggiare mantiene giovane il corpo e la mente. Questa volta lo studio è di alcuni ricercatori italiani che dopo 4 anni di ricerche compiute su 749 persone affette da problemi di memoria hanno constatato che coloro che si dedicavano con regolarità a passeggiate all’ aria aperta incorrevano in un rischio molto minore di sviluppare di regredire in demenza senile. Il motivo potrebbe essere riconducibile al fatto che l’attività fisica aumenta il flusso di sangue al cervello.
Oltre che economico e salutare, l’arte del ‘camminare’ fa bene all’umore, è un efficacissimo anti-stress, ristabilisce i valori della pressione sanguigna e del colesterolo, armonizza i battiti cardiaci. Benefici ancora più spiccati se, alla semplice passeggiata, abbiniamo qualche momento di passo più spedito, ad una velocità pari o leggermente superiore ai 5 km/h. In quest’ultimo caso si parla di ‘walking’, termine inglese coniato appositamente per indicare l’atto del camminare inteso come ‘sport’ per mantenersi in forma.
Un’ora di ‘walking’ corrisponde a 262 calorie bruciate in media; per questo motivi gli esperti consigliano di dedicarsi a questa attività almeno 3 volte a settimana, magari sfruttando i momenti più freschi della giornata e le aree verdi della città.
Che siate ‘walker’ provetti o semplici amanti delle passeggiate a ritmo blando, mettere in moto gambe e piedi almeno una volta al giorno vi tornerà utile per il resto della vita. Se a questa sana abitudine abbinerete anche un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano (niente alcol o fumo, riposo notturno e bere tanta acqua) il vostro corpo vi ringrazierà regalandovi per molto tempo la gioia di un benessere psico-fisico (pressoché) totale.
Come si dice in questi casi? Provare per credere…
8 buoni motivi per camminare!

Camminare Fa Bene Alla Salute Ed Allunga La Vita



Camminare fa bene alla salute ed allunga la Vita.

È ormai dimostrato che  camminare fa bene, è facile ed è anche divertente.
Secondo una ricerca dell’Università del Queensland, in Australia, camminare riduce il rischio di morire di infarto ed aiuta i diabetici a gestire al meglio la malattia. D’altronde camminare è un’attività aerobica a bassa intensità, e proprio per questo motivo è indicata per tutti, adulti e bambini.

Rimanere per troppo tempo seduti già in età infantile  può infatti cambiare la conformazione del sistema cardiocircolatorio e portare con il  tempo, alla comparsa di patologie vascolari o di depositi di grasso in corrispondenza del fegato. 
Camminare quotidianamente, anche solo per mezz’ora, aiuta invece a tenere sotto controllo la pressione arteriosa, diminuisce l’incidenza dei tumori, contrasta l’ipercolesterolemia e l’iperglicemia, questo perché aiuta ad ossigenare i tessuti, favorendo il ricambio energetico e riequilibrando tutti gli apparati. A patto però di non avere problemi articolari.


Camminare fa bene alla salute ed allunga la Vita.


Bastano dalle 2 alle 4 ore alla settimana, ovvero 10.000 passi al giorno, per iniziare a godere dei primi benefici: camminare aiuta a ridurre il girovita, regolarizza l’apparato gastrointestinale, irrobustisce i muscoli della gabbia toracica con evidenti vantaggi per chi soffre d’asma, previene l’osteoporosi e, liberando endorfine, agisce anche sull’ umore, combattendo ansia, stress e depressione.

Chi è fortemente in sovrappeso, può optare per  camminare due minuti ogni ora; in commercio esistono dei comodi fitness band ovvero dei braccialetti intelligenti che sono in grado di mostrare i progressi e incitare al movimento.
Ma per camminare in modo salutare non basta mettere un piede dopo l’altro; la frequenza cardiaca deve raggiungere all’incirca il 50-60% di quella massima, inoltre è importante anche farlo bene, rispettando cioè la corretta meccanica del movimento. 
Secondo la corrente del fit - walking:  camminare significa appoggiare bene il piede, seguire un’andatura armoniosa e una falcata in grado di ‘dettare il ritmo’; spalle e schiena vanno tenute impostate ma rilassate, mentre le braccia devono iscrivere archi ampi.

Passiamo ora ai Benefici Psicologici del camminare: da tempo immemorabile, si dice che camminare in mezzo alla natura faccia bene allo spirito, oltre che al corpo. A dimostrarlo è uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Edimburgo i cui risultati sono stati recentemente pubblicati dal British Journal of Sport Medicine.
Già da tempo gli scienziati teorizzavano che il contatto con la natura avesse conseguenze positive sull’ attività cerebrale.  Durante alcuni esperimenti eseguiti in laboratorio, infatti, i soggetti ai quali venivano mostrate fotografie di paesaggi naturali manifestavano un’attività cerebrale più “rilassata” rispetto a coloro che visualizzavano invece immagini di paesaggi urbani.

Solo recentemente – con l’avvento dei dispositivi portatili per l’elettroencefalogramma (EEG) – è stato possibile realizzare lo studio all’aperto sui gruppi di individui in movimento. I ricercatori hanno monitorato la risposta cerebrale di 12 adulti sani mentre percorrevano un tragitto che si snodava attraverso tre diverse zone di Edimburgo.
Partendo da un tranquillo quartiere residenziale della città, ricco di vegetazione e poco trafficato, i volontari hanno poi camminato  in un parco pubblico, per terminare la camminata in una zona molto caotica, piena di automobili e soffocata da grossi edifici.

Camminare fa bene alla salute ed allunga la vita.

I risultati dello studio hanno dimostrano che il contesto influenza molto l’attività cerebrale: nell’area più trafficata e rumorosa le onde cerebrali rilevavano picchi elevati, evidenziando una risposta più ansiosa. Nella parte centrale della passeggiata all’ interno del parco, invece, il tracciato mostrava un’attività cerebrale più calma e rilassata, che rendeva i soggetti più attenti e concentrati.
Ancora una volta la scienza dimostra che la natura esercita su di noi un effetto benefico sotto diversi punti di vista. Vale la pena ricordarsene prima di sorseggiare l’ennesimo caffé per affrontare la giornata: da oggi potremmo sostituire questa abitudine poco sana con una bella passeggiatina nel parco…
Secondo i ricercatori dell’American College of Medicine Sports camminare aiuta molto più dei farmaci nella prevenzione di patologie croniche comunemente diffuse come diabete, depressione, cancro e problemi cardiovascolari.

Lo studio americano ha rivelato come ad un adulto normopeso sia sufficiente camminare per  circa 30 minuti al giorno per riuscire a contrastare il pericolo di malattie croniche ma anche per ridurre sintomatologie di carattere ansioso o condizioni mediche più complesse come l’osteoporosi. Per chi vuole anche perdere peso, invece, occorre raddoppiare la dose giornaliera di camminata  a circa 1 ora al giorno.

I ricercatori americani sostengono che il movimento fisico attraverso una semplice passeggiata possa essere di grande beneficio anche per i bambini che, durante il periodo di crescita, dovrebbero muoversi, magari attraverso il gioco, almeno per un’ora al dì.
In realtà questa sembrerebbe una scoperta lapalissiana ma evidentemente l’attuale stile di vita ci ha portato a ridurre o eliminare quasi del tutto un ingrediente salutare della nostra vita come l’attività fisica; insieme ad un modo di nutrirsi più sano e leggero, camminare può costituire una ricetta per prevenire l’insorgere di patologie croniche e spesso invalidanti.
Interessante, vero? A questo punto, non resta dunque che indossare le scarpe giuste, che sappiano proteggere adeguatamente caviglia e piede e poi partire, preferendo i luoghi circondati dal verde.
Camminare fa bene alla salute ed allunga la Vita.

venerdì 13 novembre 2015

Jean Shin Jyutsu : Ritrovare Energia In 15 Minuti



Jean Shin Jyutsu : Ritrovare Energia In 15 Minuti


Il Jean Shin Jyutsu è un’antica tecnica giapponese che permette di donare energia al proprio corpo grazie all’ utilizzo delle dita e alla loro pressione. Si tratta di uno strumento potente per aumentare la consapevolezza del corpo e può rappresentare, secondo la tradizione orientale, una tecnica di auto guarigione.

Il massaggio delle dita si basa sull’idea che in ognuno di noi ci sia un’energia vitale che è parte dell’infinita energia universale, la quale fluisce attraverso diversi livelli del corpo e, quando c’è armonia, scorre liberamente senza ostacoli.
La pressione e il massaggio delle dita facilitano il fluire naturale dell’energia. L’obiettivo di questa tecnica  è di creare un percorso che ci permetta di ritrovare la nostra armonia e di riequilibrare la nostra energia. Lo squilibrio dell’energia è causato sia da malesseri fisici che da problemi che coinvolgono la sfera emotiva, come ansia e preoccupazione.

Jean Shin Jyutsu : Ritrovare energia in 15 minuti
Il metodo si fonda  su un concetto molto semplice: ad ogni dito punto della mano indicato corrisponde un organo o una parte del nostro corpo e, a sua volta, ogni organo è associato ad un’emozione specifica.
In questa tecnica si massaggiano delicatamente le dita e le zone della mano che sono correlate agli organi e alle emozioni su cui vogliamo intervenire.
Per mettere in pratica questa tecnica, il consiglio è di massaggiare ogni dito per tre minuti. Portate sempre la vostra consapevolezza ad ogni dito durante il massaggio e siate nel “qui e ora”.
Il Jean Shin Jyutsu è un’antica tecnica giapponese che permette di donare energia al nostro corpo grazie all’utilizzo delle dita e alla loro pressione. Si tratta di uno strumento potente per aumentare la consapevolezza del corpo e può rappresentare, secondo la tradizione orientale, una tecnica di auto guarigione.
In questa tecnica si massaggiano delicatamente le dita e le zone della mano che sono correlate agli organi e alle emozioni su cui vogliamo intervenire.
Per mettere in pratica questa tecnica, il consiglio è di massaggiare ogni dito per tre minuti. Portate sempre la vostra consapevolezza ad ogni dito durante il massaggio e siate nel “qui e ora”.
 arte giapponese
Fonte foto: Sendero Saludable

1) Pollice

Il pollice simboleggia le braccia e lo stomaco. Le emozioni collegate allo stomaco sono l’ansia e la depressione. I sintomi che ci aiutano ad identificare queste condizioni sono nervosismo, dolori addominali e mal di testa.

2) Indice

Il dito indice è collegato ai reni e alla vescica. Le emozioni che prevalgono sono la confusione e la paura. Per identificare che stiamo vivendo questa condizione, i sintomi più comuni sono problemi con il sistema digestivo, mal di schiena e mal di denti.

3) Medio

Il dito medio rappresenta il fegato. Come forse già sapete, il fegato è l’organo collegato alla rabbia. I sintomi da tenere sotto controllo sono emicrania, problemi alla vista e stanchezza frequente.

4) Anulare

L’anulare è il dito della mano che si collega al colon e ai polmoni. Le emozioni e gli stati d’animo in questo caso sono pessimismo, tristezza, dolore e sofferenza. I sintomi sono soprattutto disturbi digestivi, asma e problemi respiratori.

5) Mignolo

Non dimentichiamo l’importanza del dito mignolo. Infatti il mignolo è il dito legato al cuore e all’intestino tenue. Massaggiare questo dito può essere utile per trovare sollievo ai problemi che coinvolgono questi organi. Dal punto di vista emotivo, il mignolo è legato alla tendenza a fingere e a nascondere la verità.
La pressione e il massaggio delle dita (potrete dedicarvi ad ogni dito uno alla volta) è un esercizio molto rilassante da praticare anche quotidianamente per 15 minuti al giorno.
Per procedere massaggiate ogni dito per 3 minuti, la mattina o la sera. Il consiglio è di massaggiare la mano sinistra al mattino e la mano destra alla sera.
Potrete combinare questa tecnica con lo Yoga e la meditazione per quanto riguarda i benefici legati al rilassamento di mente e corpo.

Con il metodo Jean Shin Jyutsu si può ritrovare l'energia in 15 minuti.

L'Albero della Vita di Kalaloch : Monumento Alla Resilienza




L'albero della vita di Kalaloch: Monumento alla Resilienza



Uno straordinario albero che simboleggia la rivincita della vita e la resilienza. Si trova vicino alla spiaggia di Kalaloch, all’interno dell’Olympic National Park di Washington.
A causa dell’erosione del suolo la vita di questo albero è continuamente appesa a un filo, eppure continua a resistere e ad ancorarsi al terreno con le sue radici. Per alcune persone si tratta quasi di una magia in quanto sembra  di trovarsi di fronte ad un albero immortale.
Quello che sorprende di più è  che sull’ albero proseguano a spuntare nuovi germogli e nuove foglie anche se le sue radici non hanno un contatto abbastanza saldo con il terreno. Eppure l’albero è riuscito a sopravvivere in queste condizioni per anni.


L’Albero della Vita di Kalaloch è un abete del tipo Sitka ma non ha un nome ufficiale. Quindi la popolazione lo ha soprannominato “Tree of Life”. Viene chiamato anche “Albero in fuga” o “L’albero grotta” perché sotto le sue radici si è formata una vera e propria cavità.
La grotta si sarebbe formata nel corso del tempo per la presenza di un piccolo corso d’acqua sotterraneo che sfocia nel mare. Via via l’acqua ha portato via il terreno ed ora l’albero si trova quasi in bilico. Da decenni continua a sopravvivere. Ci insegna a resistere e ad aggrapparci alla vita senza perdere mai la speranza.

Mudra: Lo Yoga delle Mani che Ci Aiuta a Ritrovare Energia E Benessere



Mudra: Lo Yoga delle Mani che  Ci Aiuta a Ritrovare Energia E Benessere

mudra sono gesti delle mani che fanno parte della pratica dello Yoga
Durante la meditazione ma anche in altri momenti della giornata i mudra vi  possono aiutare  a ritrovare energia e benessere.
Concentrarsi sulle posizioni delle mani e delle dita da mantenere per alcuni minuti aiuta la mente a calmarsi. Quando si è irrequieti, praticare i mudra ci può aiutare a recuperare la calma. La pratica dei mudra può rappresentare un momento di pausa e di relax nella nostra vita frenetica.
I mudra vengono usati per ottenere benefici sul piano fisico, energetico e spirituale. La parola mudra deriva dal sanscrito e significa sigillo. Non esistono soltanto i mudra praticati con le dita delle mani. Infatti nello Yoga alcune asana eseguite con tutto il corpo sono in realtà dei veri e propri mudra.
Mudra: Lo yoga delle mani che ci aiuta a ritrovare energia e benessere
In ogni caso i mudra come gesti delle mani non sono ancora ampiamente conosciuti e praticati in Occidente. Perciò questo argomento merita di essere approfondito. Nell'antico testo Hatha Yoga Pradipika troviamo indicati i mudra fondamentali che vengono considerati così potenti da aiutarci a distruggere la vecchiaia e la morte. Tra di essi troviamo Mahamudra, Mahabandha e Mahavedhamudra.
In ogni caso i mudra come gesti delle mani non sono ancora ampiamente conosciuti e praticati in Occidente. Perciò questo argomento merita di essere approfondito. Nell'antico testo Hatha Yoga Pradipika troviamo indicati i mudra fondamentali che vengono considerati così potenti da aiutarci a distruggere la vecchiaia e la morte. Tra di essi troviamo Mahamudra, Mahabandha e Mahavedhamudra.
I mudra si praticano in modo molto semplice. Ci si siede comodi, preferibilmente a gambe incrociate e con la colonna vertebrale bene eretta e si eseguono dei movimenti con le mani e con le dita fino ad ottenere la posizione che vogliamo raggiungere e mantenere.
A questo punto si possono  chiudere gli occhi e respirare con calma per qualche minuto cercando di mantenere immobile la posizione. In ogni caso i mudra, come gesti delle mani, si possono eseguire in ogni luogo, anche sdraiati, in piedi o camminando.
Quali sono i benefici dei mudra? I mudra ci aiutano a ricaricare le riserve di energia, a migliorare la qualità della vita, ad affrontare i disturbi emotivi e a ritrovare l’equilibrio interiore. Potete trovare maggiori informazioni sui mudra, sulla loro esecuzione e sui loro benefici (un argomento molto vasto da trattare) nel libro di Gertrud Hischri “Mudra, lo Yoga delle mani”.

Mudra : Lo yoga delle mani che ci aiuta a ritrovare energia e benessere 

1) Anjali Mudra

Anjali mudra è un gesto di saluto, reverenza e celebrazione. E’ conosciuto anche come mudra del saluto. Spesso lo si accompagna con la parola “Namaskar” o “Namastè”. Per praticarlo ci si siede comodamente a gambe incrociate, oppure si rimane in piedi. Si premono le mani saldamente davanti al petto, unendo i palmi e le dita. Questo mudra ha effetto calmante e ci aiuta a ritrovare la connessione con noi stessi e con l’universo.

2)Mudra del loto

Il mudra del loto è un simbolo di purezza. Ci aiuta ad aprire il proprio cuore verso gli altri e il mondo. In questo mudra i palmi delle mani si avvicinano. Le punte dei pollici e dei mignoli entrano in contatto, mentre le altre dita rimangono aperte e distese. E’ un mudra adatto da praticare quando ci si sente stanchi ed esausti, soli e incompresi.

3) Dhyani Mudra

Dhyani mudra è un gesto di meditazione e di contemplazione. Di solito questo mudra viene praticato proprio durante la meditazione per favorire la calma e il recupero delle energie. Le mani vengono posizionate in grembo. Il dorso della mano sinistra si sovrappone al palmo della mano destra. Le punte dei pollici si toccano. Le mani formano una sorta di coppa pronta ad accogliere ciò che di nuovo arriverà con la meditazione.


4) Jnana Mudra e Chin Mudra

Sono tra i mudra più conosciuti dello Yoga. Qui l’unione tra pollice e indice assume un significato ben preciso. L’indice rappresenta la coscienza umana mentre il pollice simboleggia la coscienza universale che in questi mudra entrano in collegamento. In Chin Mudra (gesto della consapevolezza) le punte di pollice e indice si toccano e le altre tre dita puntano verso il basso. In Jnana Mudra (gesto della conoscenza) la punta dell’indice tocca la prima articolazione del pollice formando un anello in cui il pollice si sovrappone leggermente all’indice, mentre le altre dita puntano verso il cielo.

5) Pran Mudra

In questo mudra si uniscono le punte del pollice, dell’anulare e del mignolo. Praticate Pran Mudra con entrambe le mani. Pran mudra stimola la nostra energia e ci aiuta a ricaricarci quando ci sentiamo stanchi. Lo possiamo utilizzare anche per calmarci, quando siamo in agitazione. Infatti Pran Mudra riduce il nervosismo e accresce la vitalità.



giovedì 6 agosto 2015

Vitamina D : Il Nutrimento Che Viene Dal Sole



Vitamina D: Il nutrimento che viene dal sole.
Poche persone sono adeguatamente informate sull'importanza che una sana esposizione al sole ha nei confronti dell'integrazione della Vitamina D.

La sua assunzione mediante l'alimentazione non è indispensabile in quanto la vitamina D viene sintetizzata grazie alle radiazioni solari che agiscono sugli steroli sottocutanei a partire da un precursore di origine endogena :il 7-deidrocolesterolo, successivamente trasformato, dopo alcuni processi metabolici, in 1,25-diidrossivitamina D, la forma attiva di vitamina D. 
In questo modo può adempiere alle proprie funzioni biologiche, a cominciare dall assorbimentdi calcio e fosforo.

Vitamina D: Il nutrimento che viene dal sole

Una giusta esposizione al sole si può dimostrare un'ottima medicina contro il decorso delle gravi malattie fra cui  il morbo di Crohn e la Sclerosi Multipla. Grazie al sole, lesposizione ai raggi ultravioletti può inoltre contrastare efficacemente varie disfunzioni erettili, essendo la vitamina D coinvolta anche nel metabolismo degli ormoni sessuali. 

Per lo stesso  motivo si conferma  di   particolare importanza in ambito sportivo, soprattutto nei confronti di quegli atleti impegnati in specialità di potenza muscolare, grazie al ruolo funzionaldel calciferolo (vit. D) sul metabolismo del testosterone, ormone steroideo.
Diverse  campagne commerciali mettono in guardia le popolazioni dai pericoli del sole invitandole ad usare le protezioni solari, facendo leva sul terrorismo psicologico dei tumori della pelle. 

L'eccessiva esposizione al sole è dannosa, ma si parla di esposizioni alquanto prolungate, difficilmente raggiungibile  da noi, con le nostre latitudini  e con una stagione estiva così limitata.

Vitamina D : Il nutrimento che viene dal sole.
Il sole è un importante nutrimento non solo per la sintesi della vitamina D, ma è sempre sconsigliato esagerare ed  attenersi alle indicazioni mediche consigliate nell'eventualità di patologie individuali che vietano l'esposizione al sole. 
Come per ogni  cosa anche nell'esposizione al sole non tutti gli individui sono uguali, c'è qualcuno più a rischio di colpi di calore rispetto ad altri; tali soggetti farebbero meglio ad usare delle modeste quantità di creme solari.
Il nutrimento che viene dal sole: La vitamina D; Nonostante ciò la maggior parte della popolazione è in carenza della vitamina D, a causa di un uso massiccio delle creme solari e perchè la gente esce poco all'aria aperta. 

Con il termine " Esposizione" non si intende lo stare sdraiati in riva al mare o al fiume, ma l'esposizione può avvenire anche durante una passeggiata o semplicemente uscendo da casa o godendo dei raggi solari che penetro nelle nostre abitazioni.
L'uso delle creme solari può ridurre la sintesi cutanea della vitamina D e causarne una carenza durante tutto l'arco della giornata, soprattutto alle persone anziane è sconsigliata l'esposizione  al sole.

L'assunzione di vitamina D raccomandata per la popolazione italiana è di 15 mcg al dì sia per bimbi che adolescenti, mentre  per gli adulti dai 18 ai 74 anni la  dose sale a 20 mcg al dì, per i lattanti al di sotto dei 10 mesi l'assunzione adeguata è di 10 mcg/die.

Sono dosi medie raggiungibili soprattutto nel periodo estivo esponendosi al sole per almeno 30 minuti e lasciando  alcune parti del corpo scoperte senza le creme  solari.
Il lattante può assumere tali quantità di vitamina D necessaria attraverso il latte materno, sempre che la mamma ne disponga a sufficienza.

Vitamina D: Il nutrimento che viene dal sole.

Senza " cucinarsi " troppo, una media esposizione al sole al mare in costume da bagno può permettere la sintesi fino a 250 mcg  sufficiente per il fabbisogno di 15 giorni; due settimane di vacanza ricoprono il fabbisogno di 4-5 mesi di Vitamina D.
Per i soggetti anziani e quelli dalla pelle molto chiara è necessario l'applicazione di lozioni idratanti.
Esposizione al sole con molta cautela anche per coloro che soffrono di ipertensione.

I livelli massimi tollerabili di vitamina D sono di  25 mcg/die per i lattanti al di sotto dei 12 mesi, di 50 mcg/die per bambini e ragazzi da 1 a 17 anni, di 100 mcg per gli adulti dai 18 ai 74 anni e per gli anziani oltre ai 74 anni.
Dosi che  si riferiscono solamente ad assunzione orale di vitamina D attraverso integratori, in quanto non sono mai stati riscontrati problemi di tossicità dovuti a eccessiva esposizione solare.
In caso di carenza medicalmente documentata, si raccomanda di ricorrere a integrazioni di vitamina D unitamente alla prescrizione medica.

Vitamina D: Il nutrimento che viene dal sole!

martedì 3 febbraio 2015

Settimana Bianca


Settimana Bianca
La settimana bianca è entrata nel plannining annuale di molte persone, come le vacanze estive, i ponti e quant'altro. Ma mentre in tutti gli altri casi l'importante è organizzarsi, magari risparmiando anche puntando sulle offerte low cost , per la settimana bianca è necessario arrivare preparati sia fisicamente che psicologicamente.

Perché la montagna e l'aria aperta  fanno bene alla  mancanza di preoccupazioni e radiosveglia per tornare a casa più riposati e sereni di quando si è partiti, ma guai a  a sottovalutare i rischi, soprattutto per chi va a sciare, di traumi legati essenzialmente agli infortuni degli arti interessati dal 52% delle cadute.
Il ginocchio, perno della rotazione di tutta l'articolazione va protetto tonificando la muscolatura lavorando sui quadricipiti, bicipiti e femorali.
L'altra articolazione a rischio è la spalla, soggetta spesso a lussazione in caso di cadute.

Per la settimana bianca bisognerebbe prepararsi fisicamente bene, prevedere un periodo di  ginnastica presciistica di un paio di mesi, In alternativa ci sono dei circuiti.
Alternate la camminata veloce e corsa 8 un minuto ciascuno) per  una decina di minuti, aumentando la velocità e l'intensità in maniera graduale.
Fate dei salti, piegandovi sulle gambe e poi balzando verso l'alto staccando i piedi da terra; l'ideale sarebbe fare serie da 15-20 ripetizioni per tre volte consecutivamente con un minuto di recupero tra l'una e l'altra.
Successivamente potete fare degli affondi, partendo dalla posizione eretta fate un passo avanti con la gamba destra caricando il peso del corpo su di essa, gamba sinistra allungata, mani dietro i fianchi. Poi ripetete a gambe invertite, il lavoro ottimale è arrivare a fare tre serie per gamba.

Settimana bianca
Rinforzare gli addominali con dei semplicissimi esercizi di crunch.
Distesi a terra, ginocchia piegate, le mani dietro la testa, sguardo verso il soffitto, il movimento si compie alzando la parte alta del busto staccando le spalle da terra per circa 10-15 centimetri. Eseguire tre serie da 30 ripetizioni.


Per una buona settimana bianca sono necessari anche i consigli del medico sportivo.

Anche se si pratica con impegno un'attività fisica nella propria città è importante tenere  presente che la tradizione imporrebbe di sciare all' apertura degli impianti fino alle tenebre, quando comincia  il giro dei gatti delle nevi.
Questo è il primo errore: non lasciarsi mai trascinare dal gruppo in quanto più di 3-4 ore sulle piste comportano un notevole impegno muscolare.

Al termine della giornata è necessario fare un opportuno defaticamento, che in questo caso consiste in una camminata in pianura di una decina di minuti oppure in une leggera nuotata o pedalata sulla cyclette.
Anche in settimana bianca il riposo è importante per recuperare le energie perdute evitando così gli infortuni. La perdita di sonno, soprattutto per i soggetti meno allenati attenua i riflessi e la risposta muscolare nelle situazioni impreviste con conseguenze spiacevoli.
Al momento del risveglio, soprattuto se intorpiditi dalla stanchezza, dolori vari e pesantezza muscolare fate dello stretching moderato per almeno 5 minuti in camera: allungamento muscolare predispone l'organismo ai successivi sforzi che diventano meno traumatici se ci si è stiracchiati a dovere. Allo stesso modo prima di mettere gli sci ai piedi è bene fare un'energica camminata a passo veloce per riuscire a dare il meglio di sè.

Per una settimana bianca in salute cercate di dimenticare anche le sigarette. Il fumo, specie se abbinato al freddo ed alla digestione, comporta una vasocostrizione, meno ossigeno ai muscoli e al cuore con il rischio in soggetti cardiopatici di determinare ischemia miocardica, inoltre in tutti i fumatori  c'è la difficoltà negli scambi respiratori, accentuata dal fatto che la pressione parziale dell'ossigeno è ridotta in misura proporzionale all'altitudine.

In settimana bianca si può anche risparmiare sull'albergo, ma sugli sci, abbigliamento e cibo assolutamente no. Basilare è la qualità dei materiali tecnici: ora in questo campo si fanno miracoli rispetto al passato e si ha la possibilità di restare per ore a temperature sotto lo zero senza patire il freddo.
In settimana bianca un altro appuntamento da programmare con largo anticipo con un medico sportivo è la visita da un  cardiologo per farsi consigliare su eventuali problemi e soprattutto per effettuare un test da sforzo per valutare l'efficienza dell'apparato cardiovascolare.

In settimana bianca fate attenzione agli errori a tavola.
L'errore classico  degli sciatori è quello di bere superalcolici  in pausa pranzo, magari dentro una baita con un caminetto acceso pensando di assumere le calorie necessarie per compensare gli sforzi quando ci si ributterà in pista.
In realtà dopo un'iniziale senso di benessere dato dal caldo del rifugio il nostro corpo subirà una vasocostrizione generando una crescente sensazione di freddo.
Purtroppo nonostante queste cose si sappiano perfettamente i nutrizionisti si trovano sempre più spesso a spiegarle nuovamente, ben sapendo che un'alta percentuale di clienti continuerà con le vecchie abitudini.

In settimana bianca è tutta l'alimentazione che va  accuratamente controllata visto che il nostro organismo è costretto ad abitudini e temperature abbastanza insolite per almeno una settimana, bianca, ed i cibi devono fornire gli alimenti in maniera equilibrata cercando di stimolare i meccanismi di trasformazione dei grassi di riserva in energia ed evitando la perdita di proteine che ha come  conseguenza la diminuzione dell'efficienza fisica.
E' importante bere molti liquidi con l'aggiunta di un integratore salino, visto che in settimana bianca si perdono molti liquidi.

Questa al pari dei consigli antialcol è un'altra battaglia difficile che i nutrizionisti continuano a combattere in quanto in montagna il nostro organismo va alla ricerca di carboidrati e zuccheri manifestando un'avversione quasi naturale per le proteine che sono invece necessarie per mantenere il tono e  l' integrità muscolare.
Importante come sempre è la prima colazione che deve essere abbondante ed energetica, ma  equilibrata e digeribile, si possono mangiare a seconda delle abitudini 3-4 fette biscottate o pane integrale con del miele o della marmellata, oppure 5-6 biscotti secchi, cereali, fiocchi d'avena, una spremuta di due arance o uno yogurt magro alla frutta. Caffè o tè secondo i gusti personali.

Questi alimenti sono in grado di fornire energia di pronto utilizzo, ma anche di riserva pur permettendoci di restare leggeri.
In settimana bianca chi vuole sfruttare al massimo le ore di luce durante la giornata dovrà fare degli spuntini leggeri e digeribili al classico pranzo.
La cosa più veloce e più equilibrata dal punto di vista nutrizionale sono senza dubbio le barrette, per questo però è sempre  bene parlare con il proprio medico nutrizionista o al farmacista di fiducia.
Chi invece preferisce pranzare dovrà  comunque evitare grassi e bevande alcoliche e le porzioni dovranno essere moderate.

Settimana Bianca
Se la colazione è stata abbondante si può pranzare con un piatto unico, ad esempio una zuppa calda che contenga verdure e legumi aggiungendo riso, orzo o farro, va bene anche anche un piatto di pasta condita con pomodoro e pochissimo parmigiano oppure un po' di polenta e carne.
Alla fine del pasto è sempre consigliata una pausa di un'oretta prima di rimettersi sugli sci con i riflessi annebbiati visto che l'organismo è appesantito dalla digestione. e richiama una maggiore quantità di sangue al tratto gastrointestinale impoverendo di ossigeno il cervello e gli altri distretti facendo abbassare le capacità di attenzione.

Alla fine dell'attività fisica è importante bere delle bevande calde, energetiche e reintegratrici.
A fine giornata la cena deve essere equilibrata e digeribile per essere pronti ad affrontare l'impegno sportivo del giorno dopo e soprattutto se a pranzo avete mangiato carboidrati complessi a pranzo sarà necessario puntare sulle proteine.


Settimana bianca
Il consiglio del dermatologo è quello di proteggerla con creme adatte a seconda del proprio fototipo, in settimana bianca è importante proteggere  la pelle , gli occhi e le labbra ancora di più di quando si va al mare in quanto la neve è in grado di riflettere i raggi solari fino all'80% in più, una percentuale maggiore di quasi 4 volte rispetto alla sabbia; inoltre il freddo pungente contribuisce a rendere la pelle più secca e vulnerabile, inoltre fate attenzione a rinnovare spesso l'applicazione, ogni 2-3 ore, anche in giornate nuvolose perché si corre comunque il rischio di scottarsi.

Un punto da proteggere sono le labbra particolarmente esposte e quindi necessitano di una protezione accurata con stick emollienti specifici. Il rischio più comune è di contrarre l'herpes.
In settimana bianca  vanno protetti anche gli occhi per evitare pericolose irritazioni alla cornea ed alla congiuntiva, usando occhiali dotati di lenti di qualità, meglio a specchio avvolgenti in grado di coprire anche il contorno occhi preservando la visione laterale.
 A fine giornata dopo una doccia tonificante ricordatevi di applicare un idratante lenitivo che aiuti a distendere la pelle " stressata" da molte ore di esposizione al sole ed al freddo pungente.

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