mercoledì 16 gennaio 2013

INVECCHIAMENTO ATTIVO E PRATICA DEL TAI CHI

INVECCHIAMENTO ATTIVO E PRATICA DEL TAI CHI PER IL BENESSERE PSICOFISICO DEGLI ANZIANI.


Oggi si può tranquillamente parlare di invecchiamento attivo inteso come una fase positiva per la persona e la società.
La prospettiva teorica dello sviluppo lungo il ciclo di vita offre una nuova visione dell’anziano come una persona capace di condurre una vita autonoma e gratificante, contrastando alcuni stereotipi negativi che fanno della vecchiaia un periodo caratterizzato dal decadimento e dal ritiro.
Prospettiva che  restituisce alla persona anziana un ruolo attivo nella costruzione del proprio processo di invecchiamento, ponendo attenzione sul benessere e sulla qualità della vita.

Invecchiamento attivo e pratica del Tai Chi.
L’attività motoria agendo su diversi ambiti : salute, autonomia, socializzazione e benessere psicologico assume un ruolo indispensabile nella vita di un individuo anziano.
Oggi in Italia la percentuale di anziani che svolge regolarmente attività fisica è molto bassa. La maggioranza delle ricerche si concentra sugli effetti di quelle attività motorie diffuse nel mondo occidentale, come l’attività aerobica e le attività che allenano forza e resistenza, o ancora legate ai benefici della camminata: solo in tempi più recenti si è posta anche l’attenzione sulle attività motorie di derivazione orientale.
Tra queste c’è il Tai Chi in virtù delle particolarità di lentezza esecutiva e di attenzione posta a corpo e gesto, ben si adatta alle caratteristiche motorie degli anziani.

Il Tai Chi viene considerato come un’attività fisica ad intensità moderata, composta da una serie di movimenti eseguiti in posizione eretta, detti “ forma” la cui concatenazione in posizione diverse viene appresa e ripetuta armonizzando corpo e mente.
I movimenti di questa disciplina richiedono la partecipazione di tutto il corpo in modo coordinato, lento e fluido, in condizione di rilassamento. La forma inizia dalla posizione eretta, mantenuta spesso per un certo lasso di tempo e svolta come forma di meditazione alla ricerca della giusta disposizione nell’esecuzione del gesto. Una volta trovata la disposizione ottimale si da inizio al Taiji , che sono le trasformazioni attraverso il movimento di tutto il corpo che permettono la continua conversione tra Yin, la forza negativa legata al cedere e lo Yang la forza positiva collegata all’agire.

Al termine della forma, la concatenazione di movimenti riporta il praticante al punto di partenza a simboleggiare chiusura ed origine o Wuji, ovvero lo stato di vuoto. Durante l’esecuzione le ginocchia sono piegate, mentre testa e tronco restano in posizione eretta ed il peso corporeo è costantemente spostato da un piede all’altro, con movimenti lenti e costanti che si sviluppano su diversi piani per ricercare in modo continuo la postura corretta. Quello che è importante non è tanto il gesto perfetto, quanto il mantenerlo senza sforzo, con la giusta intenzione o Yi che permette un lavoro in profondità sul corpo e sulla mente.
Ogni movimento influisce sull’altro, senza blocchi o rotture. Nel Tai Chi quattro sono gli stili identificabili: Chen, Wu, Sun e Yang, quest’ultimo è lo stile più conosciuto e praticato. Il Tai Chi può costituire una forma alternativa di esercizio fisico praticabile anche in età avanzata, attività sicura ed economica. Il Tai Chi rappresenta un sistema complesso di attività che richiedono consapevolezza corporea, agilità e coordinazione.

Molti studi si sono concentrati sugli effetti fisici e benefici del Tai Chi con particolare riferimento alla popolazione anziana in relazione all’ipertensione e alle malattie cardiovascolari, malattie cerebrovascolari, ma anche capacità aerobica ed equilibrio ed osteoporosi.
Invecchiamento attivo e pratica del Tai Chi. È bene sottolineare come il Tai Chi rappresenti una delle possibili modalità di attività motoria regolare ad intensità moderata che apporta benefici fisici e produce effetti positivi sulla salute contribuendo così a migliorare la qualità della vita degli anziani praticanti.
La pratica del Tai Chi può essere di supporto come integrazione alle terapie per i pazienti affetti da queste malattie o che presentino anche a causa del proprio stile di vita, un rischio di incorrere in queste patologie. Durante la pratica di questa attività la pressione sistolica e diastolica subiscono una riduzione simile a quella osservata durante lo svolgimento di esercizi aerobici.


Sono stati condotti diversi studi relativi ai benefici del Tai Chi in relazione alle patologie cerebrovascolari. Nel mondo sono circa 15 milioni le persone affette da queste patologie e si stima che ogni anno muoiano di malattie cerebrovascolari ben 5 milioni e mezzo di persone e circa altrettante vadano incontro a disabilità determinate da queste patologie.
 Il Tai Chi per le sue caratteristiche, modalità di esecuzione ed abilità motorie impegnate sembra avere effetti positivi se associato alle terapie di cura. Allenando l’equilibrio , spesso deficitario negli anziani che hanno subito un danno cerebrovascolare, il Tai Chi risulta utile per consolidare questa abilità fondamentale per la gestione delle attività quotidiane e come prevenzione di cadute, in considerazione della stimolazione delle capacità propriocettive che con il passare degli anni, diminuiscono significativamente. Le ricerche effettuate evidenziano come il Tai Chi contribuisce anche a migliorare l’umore.
Evidenti miglioramenti si manifestano anche nella funzionalità respiratoria rispetto ad un gruppo di anziani che fanno vita sedentaria. L’efficacia del Tai Chi con particolare riferimento allo stile Yang sulle capacità aerobiche concludendo come questa attività possa costituire una valida alternativa alle attività motorie di carattere aerobico.
Il Tai Chi sembra essere un’attività benefica per anziani affetti da artrite reumatoide. Anche altre ricerche hanno riportato come il Tai Chi produce effetti benefici nella riduzione del dolore e nell’aumento del funzionamento motorio in individui con sindrome muscolo-scheletrica dolorosa.
La pratica del Tai Chi porta spesso ad un vero e proprio cambiamento dello stile di vita anche in persone affette da osteoporosi.

È ormai ampiamente dimostrato che programmi di Tai Chi possono migliorare nella popolazione degli anziani il controllo dell’equilibrio, la mobilità e la forza muscolare e ridurre così il rischio di cadute.
L’equilibrio monopodalico e dinamico misurato con il Time Up and Go test a seguito di attività di Tai Chi migliora in gruppo di anziani rispetto a gruppi di controllo praticanti altri tipi di attività motorie. Significativi aumenti di forza muscolare e di controllo posturale sono stati riscontrati in gruppi di anziani praticanti Tai Chi.
Nel 2001 Wong e colleghi hanno realizzato uno studio trasversale concludendo come le persone anziane che praticano regolarmente Tai Chi presentano una maggiore stabilità posturale nelle situazioni caratterizzate da maggiore cambiamento, come i disturbi della visione e propriocettivi.


Il Tai Chi potesse essere usato anche con individui ad alto rischio di perdita di indipendenza. Lo studio di Li e colleghi conferma i risultati di questi ultimi, al termine di un intervento di Tai Chi della durata di 6 mesi gli anziani partecipanti mostravano una riduzione importante nel numero e nella gravità delle cadute.
Il Tai Chi può quindi contribuire a mantenere la salute nella popolazione anziana nell’ottica del mantenimento del funzionamento motorio e del contenimento di perdite legate alle modificazioni fisiologiche proprie dell’età senile.
Uno degli indicatori più usati in questo ambito è quello dell’autostima, in quanto costituisce un aspetto centrale del benessere psicologico. Il Tai Chi può essere correlato positivamente con un incremento dell’autostima.

Invecchiamento attivo e pratica del Tai Chi è una forma di esercizio fisici, semplice, economico con buone potenzialità di modifica positiva di molti aspetti legati all’autostima negli anziani, aspetto questo in grado di aumentare la percezione della qualità della vita.
Il cambiamento nel sentimento di autoefficacia legato al movimento risulta correlato significativamente al cambiamento nel funzionamento fisico.
La pratica del Tai Chi migliora benessere, rilassamento, vigilanza e fiducia e si rileva un significativo miglioramento del senso di efficacia legato all’esercizio dopo la pratica.
Il Tai Chi non sembra essere più efficace nel determinare questi risultati rispetto ad altre forme di esercizio di pari intensità.
L’autoefficacia personale è stata studiata anche in relazione al rischio di cadute in anziani o in relazione alla gestione di malattie e sintomi che rappresentano problemi con serie ricadute sociali. Diversi studi hanno dimostrato come il senso di autoefficacia nel caso di anziani a rischio caduta risulti incrementato dalla pratica del Tai Chi rispetto ai gruppi di controllo sedentari.

La pratica regolare determina aumenti significativi del benessere psicologico, riducendo strass, ansia, depressione e migliorando l’umore e l’autostima in pazienti affetti da malattie croniche.
Il Tai Chi sembra avere effetti positivi nel promuovere il benessere psicologico, l’autostima e la qualità di vita sia in persone sane che in pazienti affetti da patologie croniche, benché siano necessarie ulteriori indagini da condurre con approcci metodologici più rigorosi. Il Tai Chi è una pratica utile per promuovere il benessere psicologico ed imparare a gestire lo stress.

Il Tai Chi permette di migliorare la socialità e la gestione dello stress aumentando la fiducia dell’individuo nella propria capacità di gestire con efficacia problemi diversi, cosa che altre attività motorie di analoga intensità non permettono.
La pratica del Tai Chi nelle donne riduca di molto le reazioni di rabbia, ansia, confusione , tensione aumentando parallelamente le emozioni positive e migliorando in generale il tono dell’umore. Lo stesso effetto positivo non si osserva negli uomini che beneficiano maggiormente di un’attività come la camminata moderata.

Invecchiamento attivo e pratica del Tai Chi sembra essere in grado di modulare la qualità della vita agendo in senso positivo sia sulle condizioni fisiche che psicologiche dell’anziano.

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