venerdì 28 novembre 2008

CORRI CHE TI PASSA

E' arrivato il freddo, è arrivata la neve ... hai freddo ti senti stanco o depresso.
La soluzione ce l'ho io!!! Fai più sport e vedrai che ogni cosa ti passa immediatamente.

Corri che ti passa, ogni pensiero triste ed ogni brutto pensieri... tu impara a fare più sport .
Corri lentamente però soprattutto se non sei abituato, corri circa 3 volte alla settimana e ti passerà tutta la stanchezza della giornata se lo fai alla fine o ti darà il giusto sprint se stai per cominciarla.

I vantaggi dello sport a livello di cuore e circolazione sono notevoli e ormai studiati da molto tempo. Lo sport risolve tutti i problemi legati all'osteoporosi, riduce ansia e stress e il tuo buonumore sarà garantito.

Hai la cellulite...corri che ti passa anche quella, in quanto garantisce il giusto rifornimento di ossigeno ai tessuti; lo sport garantisce ottimi risultati sia a livello di estetica che di umore.

Abiti in città o comunque in paese dove l'unico posto che ti permette di correre è la strada o al massimo qualche pista? Fai sport , corri ad intervalli, alterna 60 secondi a ritmo elevato ed altri a ritmo più basso, ma non troppo in modo da poter recuperare lo sforzo.

Sport piuttosto impegnativo, ma permette di sviluppare una migliore resistenza allo sforzo e la capacità di recuperare la fatica è breve. Quando l'intensità dello sforzo è variabile si perde velocemente peso rispetto a quando si corre ad un ritmo costante.

Corri alternando un minuto di corsa ad andatura veloce ad un adeguato periodo di recupero di 4 minuti. Prima di effettuare le variazioni di ritmo bisogna correre piano per una decina di minuti in modo da preparare l'organismo a sostenere lo sforzo.

Tu sei già uno che fa sport da tempo, per cui sei ben allenato e allora dovresti avere già delle buone capacità di salire di livello e puoi permetterti di correre in salita . Corri in salita, allena cuore e fiato, bruci più calorie e ti passa tutto quel problema di circolazione e ritenzione idrica che hai perché ti tonifichi di più e meglio.

Perché la corsa in pendenza sia efficace è necessario guardare davanti a e la schiena deve essere ben dritta, corri però dopo aver fatto un adeguato riscaldamento, che comunque è una regola ESSENZIALE per qualunque tipo di corsa e sport voi andiate a fare.

Quando fai sport hai problemi di equilibrio? Tutto passa se cominci a correre su terreni misti, dove la parola d'ordine è imprevedibilità, ci possono essere ghiaia, sassi, piccole buche nascoste e fai lavorare muscoli diversi.

Il segreto di questo sport è avere una falcata corta e rapida per non disperdere energie, meglio correre limitando e sapendo gestire la forza. Più il terreno è irregolare più le articolazioni sono messe a dura prova.

Se non hai la possibilità di fare sport all'esterno e però ti manca il tuo momento di libertà, corri lo stesso, attrezzati con un tapis roulant; il quale però è utile anche per cominciare a correre, in quanto vi permette di mantenere sempre la stessa andatura.

Se corri o camini su questi attrezzi , tutto è ok per le tue articolazioni, in quanto sudando molto di più elimini più tossine, ti sgonfi più in fretta, ti tonifichi così molto di più.

Tu invece, ti vedo hai appena subito un'infortunio, ma tu corri lo stesso, fallo in acqua se puoi perché l'acqua ti impedisce l'impatto con il suolo. Corri come fossi a tera, prestando attenzione a distendere bene le gambe e le braccia. Si possono eseguire molte andature dalle marce , alla corsa con le ginocchia alte. Comunque ogni tipo di sport acquatico è ottimo, anche per coloro che hanno problemi di peso.

Da usare sempre, quando corri, scarpette anti scivolo, da piscina.

( fonte: Internet)

martedì 25 novembre 2008

STRATEGIE EFFICACI DI PREPARAZIONE

Siete degli sportivi e vi allenate con costanza o a tempo perso, comunque sia per ogni gara che ci si prepara ad affrontare sono necessarie delle strategie efficaci di preparazione.

Oggi giorno , sembra superfluo far notare agli sportivi l'importanza di impiegare la stessa energia “fisica e mentale” sia nella preparazione che nell’evento agonistico vero e proprio.
Sono quindi necessarie delle efficaci strategie di preparazione, strategie che possono rendere più efficace il nostro allenamento, ma anche la vita quotidiana in generale quando dobbiamo affrontare una prova impegnativa, che ci mette ansia.

Ancora oggi, alcuni sportivi pensano che la preparazione richieda solamente un riscaldamento fisico e, per sentirsi più sicuri, un po’ di preparazione psicologica. Altri, tuttavia, sono ben consapevoli dei pericoli di questo approccio limitato. Costoro quindi vanno alla ricerca di strategie efficaci di preparazione.

È sempre facile essere concentrati e “pronti” alla sfida quando si viene dati per vincenti, ma la vera arte del professionismo sta nell’eseguire una buona performance quando ci si aspetta che abbiate successo – questo distingue i veri campioni.

Altre strategie di preparazione le trovate usando la " centratura" , ovvero mettendovi in piedi fermi immaginate che un raggio di luce vi passi in mezzo allo stomaco e su questo fascio di luce, vedrete che il vostro corpo sarà più rigido, quindi per voi sarà più facile concentrarvi, essere agili e scattanti.

Una buona performance è data dalla preparazione fisica, dall'abilità tecnica e dalle strategie efficaci di preparazione, con riferimento al mental training.

( fonte: manuali di PNL e coach sprtivo)

CARICARSI PISCOLOGICAMENTE

Vi sono importanti differenze tra il riscaldamento mentale, il caricarsi psicologicamente
e l'esecuzione mentale, nonostante siano strettamente legati fra loro.

Le attività per caricarsi psicologicamente sono utilizzate per incrementare il livello di attivazione e dinamismo in un momento specifico o nel corso di un particolare evento; ad esse ricorrono, ad esempio, i giocatori di rugby prima dell’inizio della partita, o un pesista prima di un sollevamento.

Caricarsi psicologicamente è indispensabile quando, in uno o più individui di una squadra c'è la convinzione sbagliata di avere la vittoria in pugno. Senza il caricamento psicologico, potrebbe verificarsi uno “scaricamento”, per effetto del quale la concentrazione, il livello di adrenalina e l’attenzione abituali non si manifestano e l’individuo o la squadra stenta a giocare secondo il proprio standard abituale rischiando perfino di perdere.

Caricarsi psicologicamente è indispensabile per tutti, soprattutto se si tende a sottovalutarsi, oppure per una scarsa autostima, attenzione però se il caricamento è troppo e si rischia di danneggiare la prestazione, meglio allora fare attenzione a s- caricarsi psicologicamente.

In termini di PNL si determinerebbe lo sviluppo, da parte del soggetto, di un “programma” negativo o privo di risorse.
Se utilizzato in maniera appropriata, caricarsi psicologicamente ha un’importanza vitale nell’approccio mentale dello sportivo. Se viene usato indiscriminatamente, può inibire la performance, o può addirittura comprometterla. Pertanto occorrono sempre attenzione e prudenza.

Per caricarsi psicologicamente ed eseguire una buona performance , dovreste sapere qual è la vostra condizione e come vi sentite quando siete definitivamente pronti a iniziare qualcosa; ad esempio, potreste sentirvi calmi, sicuri di voi, in grado di affrontare qualsiasi cosa.

Entrate in quello stato di preparazione, in modo totalmente associato. Notate esattamente la sensazione che vi dà, mentalmente e fisicamente. Imprigionate quella sensazione in una parola, immagine , stimolo fisico che porterete con voi ogni volta che ne sentite la necessità per caricarvi psicologicamente.

Praticate la tecnica di caricamento precedente provando mentalmente il gioco o una particolare azione. Immaginatevi sul punto di essere sconfitti.
Usate quella parola, immagine o stimolo fisico per caricarvi e volgere mentalmente il gioco a vostro favore.

Le tecniche per caricarsi psicologicamente possono essere usate con regolarità a casa, nel tempo libero, al lavoro. Bisogna fare in modo che corpo e mente comprendano. riconoscano e siano in grado di creare il loro livello di carica ottimale. Non stupitevi se gli altri notano il mutamento del vostro stato, poiché spesso i segni del cambiamento sono molto evidenti.


Per ulteriori informazioni contattatemi pure, vi risponderò con molto piacere!!!

( Fonte: PNL e coach sportivo)

CORSA E COLESTEROLO

Il problema maggiore della gente di oggi, soprattutto per gli over 40 è il colesterolo.
Spesso il colesterolo è stato demonizzato così senza nemmeno un motivo preciso.
Ma il colesterolo non è solo un tipo, c'è il colesterolo buono, quello che noi vogliamo potenziare e il cattivo, quello che vogliamo abolire, magari attraverso la corsa.

Il colesterolo buono, lo spazzino delle arterie e del sangue, viene troppo spesso trascurato, quando è invece un elemento determinante per distinguere se un individuo con colesterolo totale alto sia effettivamente in "zona rischio" o meno.

Per potenziare il colesterolo buono, è indispensabile l'attività fisica, la corsa magari, favorendo così anche un calo di peso, che solitamente è quello che determina il colesterolo.

Bisogna fare attenzione ai valori analitici di colesterolo totale pari a 250 mg/dl (quindi un valore di per elevato) si associa un HDL diciamo di 54, la situazione si può leggere, in assenza di altri fattori di rischio, con relativa tranquillità.

Sono quindi indispensabili tutti quegli accorgimenti e corrette abitudini di vita che agiscono positivamente nell'elevare il colesterolo buono, aiutando l'organismo stesso a liberarsi dei pericolosi accumuli sulle pareti arteriose. Guarda caso, uno dei pochi fattori in grado di innalzare il valore dell'HDL è proprio il movimento fisico, la corsa , che rappresenta una delle armi vincenti, di basso costo e priva di effetti collaterali.


Corsa e colesterolo positivo sono un binomio vincente sia per uomini che per le donne, che dopo la menopausa tendono a salire di peso facilitando lo sviluppo di date patologie cardiache e respiratorie.
E da oggi sappiamo che con la corsa, attività fisica aerobica ( nuoto, aerobica, bicicletta, corsa a piedi) possiamo dare anche una grossa mano allo "spazzino buono" , ovvero il colesterolo buono che c'è nel nostro corpo.


( Fonte Internet)

TRAUMI, BOTTE E CONTUSIONI

Se siete sportivi fanatici o meno, lavoratori o quant'altro è facile subire dei traumi, botte e contusioni.

Ma per ogni problema c'è uno specifico rimedio, il quale non va mai scelto senza la supervisore di uno specialista.

L'arnica: è il rimedio principe di tutti i traumi, in particolare di quelli sui tessuti molli superficiali, che danno luogo anche a ematomi o ad ecchimosi; riduce il dolore delle botte immediatamente e favorisce il riassorbimento degli stravasi; va usata alle diluizioni 5 CH o 7 CH, prendendone 3-4 granuli subito dopo il trauma e riprendendoli ogni volta che si risente il dolore. Nei traumi psichici è pure efficacissima, ma va usata a diluizioni più alte, come 200 CH o 1000 CH.

Bellis perennis: come Arnica, ma più indicata per i traumi profondi, con ecchimosi molto dolorose al solo toccarle; è specifica per i traumi o le botte sul seno, che lasciano poi un bozzoletto duro. Alcuni medici suggeriscono l'uso di Bellis ad alte diluizioni (una dose alla 1000 CH), a chi si sente un po' calpestato dalla vita.
La Ruta: allo stesso dosaggio di Arnica, agisce in particolare su stiramenti muscolari e su tendini o legamenti strappati o stirati; è il rimedio di elezione per i dolori che derivano dalle manipolazioni ossee.

Entrando nell'ambito della Fitoterapia e dei drenaggi, importante è usare sempre l'Arnica, questa volta in pomata, in crema o in TM; va applicata senza massaggiare sulle ecchimosi o sulle zone traumatizzate, attenzione alla presenza di ferite aperte.
Nell'eventualità fatevi consigliare sempre dal vostro medico di fiducia ulteriori soluzioni.

Per la medicina popolare, ogni trauma, botta e contusione va sedata, almeno in fase iniziale con il freddo, oppure degli oggetti metallici che comunque possano mantenere fredda la zona che ha subito dei traumi, botte o contusioni.

( fonte: http://www.eurosalus.com)

COME INTERVENIRE SUI TRAUMI SPORTIVI

Sei una persona che ama molto correre, mai avuto traumi sportivi fino ad oggi.
Ma ultimamente ti sta succedendo di dover interrompere gli allenamenti dopo pochi chilometri, per l'acutizzarsi di un dolore forte nella parte esterna e posteriore del ginocchio sinistro, inoltre la parte esterna si gonfia come fosse un ematoma.

Probabilmente la sintomatologia che lamentate è evidentemente dovuta a seguito di traumi sportivi determinati da un lavoro eccessivo sulle articolazioni che comporta quindi infiammazione con tutto ciò che ne consegue e quindi edema, dolore, arrossamento e impossibilità a portare avanti l'attività fisica.

Ed è quindi necessario intervenire nella maniera più adeguata, facendo attenzione anche ai farmaci da prendere, possibilmente omeopatici, ma facendoveli consigliare da un medico, farmacista oppure erborista di fiducia.

Per intervenire sui traumi sportivi è necessario ridurre il carico degli allenamenti per dare tempo al suo organismo di ripararsi e recuperare pienamente le sue potenzialità. Non è detto che in seguito a dei traumi bisogna interrompere ogni attività fisica ma limitare le attività che potrebbero comportare ulteriori traumi sportivi.

Ad esempio potrebbe andare benissimo anche una camminata di buon passo di un'ora o comunque una corsetta estremamente cauta.
In ogni sport, per evitare traumi sportivi rivestono notevole importanza l'allenamento e il recupero: un rapporto sproporzionato tra queste due componenti rischia di inficiare gli obiettivi che si vogliono raggiungere, rischiando traumi.

( Fonte: Donna In Forma Dicembre 2008)

lunedì 24 novembre 2008

PSICOSOMATICA & DISTURBI PSICOSOMATICI

Di psicosomatica e disturbi psicosomatici ne sentiamo parlare sempre molto, ma senza capirne poi molto in fondo.

Da un po' di anni è in auge un nuovo modo di concepire la malattia, in un'ottica psicosomatica.
Con la nascita dei disturbi psicosomatici è il tentativo di eliminare tale divisone sapendo che l’uomo è un’entità di corpo e di mente. La scissione fra psicosomatica e disturbi psicosomatici non esiste realmente ma sono esclusivamente nel nostro modo di pensare.
Il corpo e la mente non sono separati ma sono parte l’uno dell’altra, aspetti diversi di un tutto,
da qui nascono i disturbi psicosomatici.

Una visione psicosomatica è, quindi, un tentativo di vedere le persone nella loro interezza e, soprattutto, di comprendere che cosa sta succedendo in esse. Possiamo dire che la medicina psicosomatica è nata per contrapporsi alla tradizione meccanicistica e riduzionista della filosofia ottocentesca, separando la vita psichica e la malattia, essendo quest’ultima considerata sempre di origine organica, dovuta cioè alla lesione di qualche parte del corpo.

Possiamo affermare che i disturbi psicosomatici sono lo studio dei rapporti intercorrenti tra mente e corpo. Si parte dalle premesse che ogni malessere di natura psicologica abbia una ripercussione a livello di psicosomatica , e che viceversa una malattia organica comporti una alterazione della sfera psicologica, determinando dei disturbi psicosomatici.


I primi studi sull’unità psicosomatica dell’uomo, risalgono alla scuola ippocratica. La dottrina ippocratica si propone di liberare la medicina da ogni concezione magica e religiosa. Per farne una scienza basata su un metodo sicuro e razionale di diagnosi e di terapia.


Dividere psiche e soma nell’affrontare una patologia, è l’errore più grande, perché come già evidenziato, il corpo e la mente non sono separati ma sono parte l’uno dell’altra, aspetti diversi di un tutto, ogni sindrome va considerata sotto un'insieme dei disturbi psicosomatici.

Un approccio scientifico in un'ottica psicosomatica che congloba la totalità dei processi integrati di rapporto tra il sistema somatico, psichico, sociale e culturale, dando vita all'insieme dei disturbi psicosomatici.

La reazione psicosomatica è episodica, magari momentanea, e scaturisce da un evento stimolo: per esempio nella tachicardia da spavento c’è una evidente alterazione del battito cardiaco, che è solo momentaneo e che scompare appena passa la reazione emotiva.

Nei disturbi psicosomatici esiste invece un’alterazione duratura, funzionale oppure organica. Nel primo caso l’organo non è leso, ma si comporta come se fosse leso: un esempio tipico è la nevrosi cardiaca, in cui esistono tutti i sintomi dei disturbi cardiaci, ma il reperto clinico appare negativo.

I disturbi psicosomatici sono da imputare a conflitti ideo – affettivi, profondi, a volte di natura molto remota. La malattia psicosomatica è la “somatizzazione” dei conflitti non risolti, si sviluppa lentamente e si manifesta sotto la pressione di un evento – stimolo, quale una grossa frustrazione,un dolore affettivo; oppure quale frutto dell’ambiente in cui l’individuo vive.

Nella fase evolutiva successiva, quella verbale, il bambino impara a “esprimere” le sue emozioni, si possono creare i primi disturbi psicosomatici. La “somatizzazione” psicosomatica riproporrebbe l’espressione del primo stadio evolutivo infantile (preverbale), quella in cui l’ansia si rivela a livello somatico, la nevrosi invece riproporrebbe l’espressione più avanzata del secondo stadio (verbale).

L’individuo con disturbi psicosomatici si presenta con un buon adattamento alla realtà, con un pensiero ricco di fatti e di cose e povero di emozioni (… alessitimia: limitata percezione dei sentimenti interiori e difficoltà a comunicare l’esperienza emotiva.

Lo studio della psicosomatica nell'analisi di tutte queste situazioni ci aiuta molto.

Soggetti con disturbi psicosomatici hanno notevole difficoltà ad esprimere emozioni e separano dalle cose ogni elemento di fantasia, manifestando in un'ottica prevalentemente psicosomatica i disturbi corporei e le emozioni o i vissuti relativi al suo lavoro.

Nell’insorgere della “somatizzazione” psicosomatica , è determinante l’ambiente in cui l’individuo vive: ambienti ansiogeni, aggressivi, competitivi o repressivi, condizionano l’individuo a uno stress continuo, determinando l’humus patologico che nutre la problematica psicologica personale sino a farla esplodere nella “somatizzazione”.

Nella “somatizzazione” psicosomatica il sintomo ha un suo linguaggio che attesta il tipo di disturbo che esprime; l’astenia, per esempio, simboleggia il dispendio di energie ad opera di un conflitto, che lascia ben poca forza all’individuo.

I disturbi psicosomatici più frequenti, e più chiaramente collegati con il vissuto psicologico dell’individuo, sono quelli dell’apparato digerente, dell’apparato cardio – circolatorio e dell’apparato sessuale.

I disturbi psicosomatici dell’apparato digerente, infatti, ci “segnalano” in qualche modo le nostre difficoltà ad assimilare gli elementi evolutivi della vita (… idee nuove). Attraverso lo stomaco possiamo esprimere problematiche che non sono state “digerite” come ad esempio idee o situazioni rifiutate, ritenute ingiuste e che fanno male (… crampo, spasmo muscolare, ecc.) o magari che mandano in collera (… bruciori).

Secondo la psicosomatica, nello stomaco è presente il 2° cervello, ovvero quello emotivo, per cui tutti i disturbi psicosomatici partono e arrivano lì.

Il dolore fa parte dei disturbi psicosomatici e parla di una lotta interna: da una parte abbiamo la tendenza a procedere in avanti verso l’esterno (agire) dall’altra parte, invece, troviamo una resistenza interna contrapposta molto forte che rende questa forma aggressiva inefficace (subire).

Il contenuto psicosomatico simbolico della colite appare quanto mai significativo: la diarrea rappresenta un bisogno impellente di liberarsi di un “materiale” inaccettabile, che non si può né contenere né, tanto meno, assimilare. Liberazione intestinale trova il suo corrispettivo, a livello mentale, nel tentativo di eliminare un contenuto disturbante e spesso vissuto come non “pulito” (… pensieri, idee, emozioni, fantasie, ecc.).

La personalità di coloro che soffrono di disturbi psicosomatici è spesso caratterizzata da grande meticolosità, pignoleria, amore per l’ordine fino a modalità ossessive. Si tratto solitamente di individui con disordini affettivi ora di tipo ansioso, più spesso, pare, con tratti depressivi.

Classici disturbi psicosomatici sono la tensione, l’ansia, la depressione, agendo attraverso il sistema nervoso centrale e quello vegetativo colpiscono questo organo laddove è in collegamento con questi sistemi, vale a dire a livello della muscolatura delle sue pareti, e quindi dei suoi movimenti.

Così facendo i disturbi psicosomatici si scaricano a livello intestinale rispondendo a situazioni di stress o di ansia contraendosi. I dolori addominali e la diarrea che molti studenti sperimentano in vicinanza di un esame che li preoccupa sono un esempio banale ma significativo della reattività dell’intestino ad eventi stressanti.

La “problematica” cardiaca è la malattia psicosomatica per eccellenza: essa può essere funzionale od organica. I sintomi ricordano quelli dell’angina pectoris e insorgono, al contrario di questa, senza apparente motivo scatenante: non è lo stress che determina l’attacco, ma lo stimolo di natura imprevedibile, può coinvolgere anche altre funzioni organiche.

Secondo la teoria psicosomatica i problemi del cuore riguardano dunque gli sforzi che facciamo per riuscire a vivere e a essere felici; se pensiamo, ad esempio, che per essere bravi bisogna lavorare molto, senza avere un attimo di pausa e senza lamentarci, è probabile che chiediamo uno sforzo eccessivo al cuore, fino a spossarlo.

La pace, la tranquillità, la serenità, la gioia (l’entusiasmo) di vivere, invece, ci garantiscono un cuore in ottima salute.Malattie dell’apparato sessuale. Un altro genere diffuso di malattie psicosomatiche è costituito dai disagi a livello sessuale, spesso evidenziati in maniera diversa nell’uomo e nella donna, perché diversamente motivate.

Ultimamente l'elenco dei disturbi psicosomatici si è andato via via infoltendo fino a comprendere: i disturbi dell’alimentazione (anoressia, bulimia), i sintomi a carico del sistema respiratorio (asma bronchiale, iperventilazione, dispnea), i sintomi a carico del sistema cutaneo (eritema, acne, dermatite atopica, psoriasi, iperidrosi, sudorazione), i sintomi a carico del sistema muscolo scheletrico (cefalea tensiva, torcicollo, mal di schiena, artrite), i sintomi al sistema genitourinario (dolori mestruali, enuresi, impotenza), i sintomi al sistema endocrino (diabete mellito, ipo o ipertiroidismo).

La soluzione della sofferenza psicosomatica è, sicuramente,innanzitutto in un riconoscimento del nucleo patogeno che l’ha determinata e poi nel suo trattamento psicoterapico.

Conoscere la psicosomatica e le manifestazioni dei disturbi psicosomatici aiuta a porre fine ai giudizi valutativi i quali suggeriscono che solo una affezione organica è una vera malattia.

Ci aiuta a considerare i sintomi possono avere dei significati simbolici e ci aiuta a comprendere il linguaggio del corpo. Ci fa vedere che lo stress continuato, sia fisico che psicologico, o entrambi, miete le sue vittime nell’organismo per vie subdole. Fa capire come le malattie del benessere: diabete, ipertensione, ulcera, trombosi, ecc. possono essere anche dei disturbi psicosomatici.





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