mercoledì 3 settembre 2008

DOPING & FAMIGLIA

Siamo nell’era di Internet, siamo bombardati da messaggi pubblicitari troppo spesso ingannevoli. I bambini di oggi sono così svegli che quasi siamo convinti sappiano più di noi su tutto, o almeno così si pensa, anche sul tema droga o doping ( a volte che dir si voglia!). Ci si è resi conto che non è proprio così. L’uso di sostanze che vogliano modificare una prestazione sportiva è sleale per se stesso, innanzitutto e poi per il concetto che lo sport deve avere in prima battuta. Oltre che per il fatto che il doping fa male, partito preso.
La famiglia in questo caso può secondo voi fare qualcosa?
La famiglia DEVE dare le dritte per una cultura antidoping.
Per un campione usare doping può voler dire soldi, fama e successo, il dubbio arriva laddove il doping è usato, ormai più spesso che fra i campioni, fra gli amatori, bisogna cercare di andare oltre l’apparenza e provare a capire cosa spinge l’assunzione e intervenire innanzitutto mediante adeguati progetti preventivi. L’intervento educativo, della famiglia innanzitutto, deve cercare la risoluzione dei problemi reali studiando il contesto, capire perché si cerca sempre di più l’aiuto di sostanze per arrivare dove si riuscirebbe tranquillamente basta impegnarsi un po’ di più ed attuando anche delle tecniche di mental training. Che cos'è?
Allenamento mentale che vi permette di raggiungere più facilmente ogni vostro obiettivo,
Lo sport per tutti, ma per bambini e giovani in particolare deve avere un ruolo educativo, significa imparare a vivere in un contesto di cooperazione e confronto, è un modo sociale di costruirsi di poter affermare la propria individualità ed identità, entrando così quasi automaticamente in un contesto di relazioni. Quindi imparano il senso della comunità,intesa anche come famiglia lo spirito di gruppo.
Lo sport può avere anche un valore di emancipazione, permettendo anche l’integrazione delle regole per una buona cultura e le regole di civiltà, e di questo la famiglia troppo spesso ne trascura i particolari.
In una corretta visione pedagogica dello sport va eliminata la cultura del risultato, determinando errori che poi hanno un risvolto negativo sulla vita in generale del ragazzo. C'è una mistificazione del concetto di sport che ha determinato il fenomeno del campionismo – agonismo precoce, determinando il permesso del doping partendo dalla famiglia.
Le abitudini delle famiglie e delle persone in generale si stanno modificando , siamo nell’epoca della globalizzazione, ormai è difficile trovare famiglie che abbiano tutti gli stessi ritmi. Modificandosi i ritmi, inevitabilmente si modificano anche le abitudini alimentari e il cibo non diventa più simbolo e tradizione. Il cibo viene visto poco più di un semplice carburante, in questo modo si stanno diffondendo a macchia d’olio le patologie quali: anoressia & bulimia, tempo fa solo patrimonio dell’universo femminile, ora anche di quello maschile. Si sta quindi cercando di fare delle campagne di intervento contro l’uso degli integratori per ogni minimo disturbo, dal combattere la stanchezza al dimagrire mangiando pastasciutta e poltrendo sul divano, oppure fare i muscoli da dietro una scrivania. Quando di tutti i benefici evidenziati, non c’è poi effettivo riscontro scientifico.
Il problema maggiore è che in ogni famiglia c'è sempre qualche farmaco da banco che impronta quindi una cultura sulla frivolezza del farmaco.
Come afferma l’OMS, la salute non è la sola mancanza di malattia, ma il completo benessere fisico, psichico e sociale, quindi si allo sport e per tutta la vita.
La famiglia da sempre è messa sotto accusa, troppe volte ingiustamente, ma come in questo caso è fondamentale il ruolo protettivo che rivestono le giuste cure, per un intervento antidoping.

Pochi ragazzi infatti risultano maturi per l’età anagrafica, immaturità che riguarda la mancanza di autocritica, la tendenza al conformismo, culto dell’immagine e l’influenzabilità. Ecco perché i genitori dovrebbero stare attenti ai figli, ma non avere comportamenti troppo ossessivi e protettivi nei loro confronti, viene così a mancare la competenza critica, la combattività, l’autostima ed il desiderio di fare da soli che lascia il posto al conformismo.
Ecco perché lo sport deve essere visto e vissuto come una forte esperienza educativa, anche queste esperienze positive hanno nei ragazzi effetti diversi, esempio lo sport di squadra potrebbe essere visto come un momento importante per la vita di gruppo, l’imparare il confronto, così come potrebbe essere negativo per la tendenza al conformismo.

Abbiamo detto quindi come la cultura del doping troppo spesso parte da chi dovrebbe essere deputato a dare i giusti valori morali e i giusti indici di riferimento che imparando a dare il meglio di noi stessi, mediante una giusta educazione affettiva e sentimentale dovrebbe garantire un'ottima terapia antidoping perchè ci ha permesso lo sviluppo dell'autostima.

Ma mi piacerebbe sapere voi cose ne dite in merito a questo argomento e che esperienze, se ne avete avute in merito?
Attendo commenti e risposte anche alla mail.

Dott.ssa Federica Goia

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