lunedì 24 novembre 2008

DISTURBI PSICOSOMATICI

La psicosomatica è quella branca della medicina che mette in relazione la mente con il corpo, quindi il mondo emozionale ed affettivo con il disturbo.
Si vuole occupare quindi dei disturbi psicosomatici, per rilevare e capire l'influenza che l'emozione esercita sul corpo e le sue affezioni.

I disturbi psicosomatici sono suddivisibili in due gruppi: i disturbi psicosomatici primari e secondari.
Nei disturbi psicosomatici primari è presente una disfunzione biologica.
I disturbi psicosomatici si manifestano nell’esacerbazione emozionale del sintomo già esistente.

Nei disturbi psicosomatici secondari, invece, non può essere dimostrata nessuna disfunzione biologica all’origine dei sintomi. L’elemento psicosomatico è evidente nella trasformazione dei conflitti emotivi in sintomi somatici.

Sintomi si possono fissare in una malattia grave e debilitante come l’anoressia o in sintomi meno gravi, ma comunque fastidiosi, come la colite spastica, la gastrite cronica ecc..

I disturbi psicosomatici più frequenti sono a carico del sistema respiratorio: asma bronchiale (frequente soprattutto nei bambini).
I disturbi del comportamento alimentare anoressia bulimia binge eating.
I disturbi a carico del sistema gastrointestinale: colon irritabile; gastrite cronica; iperacidità gastrica; stipsi; nausea; vomito; diarrea.

Disturbi psicosomatici a carico del sistema cardiovascolare: aritmie; ipertensione arteriosa essenziale; crisi tachicardiche; la cefalea emicranica.
Disturbi psicosomatici a carico del sistema cutaneo: psoriasi; sudorazione profusa; eritema pudico (rossore da emozione); dermatite atopica; orticaria; secchezza della cute e delle mucose.
disturbi a carico del sistema muscoloscheletrico: cefalea tensiva; cefalea nucale; torcicollo; lombalgie; cervicalgie.

I modelli lineari, ovvero tutti gli approcci che si focalizzano sul paziente singolo (approccio medico, psicodinamico, comportamentista, cognitivista) spiegano il disturbo psicosomatico come un meccanismo di difesa da emozioni dolorose e intollerabili che si attua con un’espressione diretta del disagio psicologico attraverso il corpo.

L'ansia la sofferenza, le emozioni troppo dolorose per poter essere vissute e sentite, trovano una via di scarico immediata nel soma (il disturbo); non sono presenti espressioni simboliche capaci di mentalizzare il disagio psicologico e le emozioni, pur essendo presenti, non vengono percepite. La persona non può, o non riesce, a esplicitare e a dare parola alle istanze conflittuali, a verbalizzare le tensioni emozionali.

Il modello sistemico ha integrato lo studio sui meccanismi psicologici dei disturbi psicosomatici nell’individuo con l’osservazione dell’individuo nel suo contesto e in particolare all’interno delle relazioni familiari. L’unità psicologica non è l’individuo, ma l’individuo nei suoi contesti sociali significativi.

Da diversi studi è emerso come certi tipi di organizzazioni familiari siano strettamente correlate allo sviluppo e al mantenimento dei disturbi psicosomatici in uno dei suoi membri, e come i sintomi di quest’ultimo a loro volta giochino un ruolo importante nel mantenimento dell’equilibrio familiare.

Le famiglie con pazienti psicosomatici sono caratterizzate dall’impossibilità di esplicitare e dare voce al conflitto e alla tensione emozionale che ne deriva. L’impossibilità di esprimere le proprie emozioni non è dunque una caratteristica di personalità dell’individuo, ma è una qualità del sistema a cui appartiene, la sua famiglia, a cui è costretto a conformarsi.

I disturbi psicosomatici si manifestano nel disagio corrispondendo quindi alla difficoltà di verbalizzare i vissuti emozionali, ma non in conseguenza ad una caratteristica personalità dell’individuo, bensì in conseguenza al fatto che le emozioni vengono accuratamente filtrate in modo da evitare tensioni e conflittualità e da mantenere una pseudo armonia del sistema familiare. Il linguaggio scelto dal paziente per esprimere il disagio, il disturbo corporeo, è quindi il linguaggio della sua famiglia.

Il modo più efficace per cambiare i sintomi è modificare i modelli che li mantengono.

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