sabato 15 novembre 2008

SPORT DI TUTTO UN PO'

Lo Sport può essere definito come un insieme di attività, fisiche e mentali, compiute per migliorare e mantenersi in buona condizione l'intero il fisico e la mente e di intrattenere chi le pratica o chi ne è spettatore.

Lo sport può venire praticato singolarmente o in gruppo , senza fini competitivi oppure gareggiando contro altri sportivi, qui si parla di agonismo sportivo.
La diffusione della pratica sportiva agonistica in quasi tutte le società del mondo contemporaneo è il segno evidente dell'importanza che lo sport ha assunto in quelle realtà da un punto di vista sociale, economico e politico.

Lo sport è una parte integrante e fondamentale della cultura di una società e si sviluppa in contemporanea con i cambiamenti che la contraddistinguono. Basti pensare al bagaglio di tradizioni che le discipline sportive tradizionali apportano alle culture delle nazioni in cui sono praticate o agli stretti legami che intercorrono tra lo sport e i mass media.

La pratica sportiva si è diffusa soprattutto presso quelle realtà sociali che, culturalmente ed economicamente, possono usufruire dei mezzi necessari a praticarla, anche se va ricordata sempre la funzione ludica dello sport.

In qualche particolare sport c'è la necessità di un'attrezzatura specifica per poter essere praticato, costituita da veicoli meccanici (come per il ciclismo , l'automobilismo, il motociclismo, la vela) o da semplici attrezzi (come per la scherma, l'Hockey su prato, il salto con l'asta, il tiro con l'arco, il golf), oppure richiedono particolari strutture per la pratica (come ad esempio per il nuoto o il pattinaggio).

Per quanto riguarda l'equitazione e l'ippica sono degli esempi di sport praticati insieme con un animale, il cavallo così come gli sport cinofili che vedono impegnato il binomio cane-uomo.
Ci sono sport che non richiedono particolari attrezzature in quanto vengono praticati diffusamente anche nei paesi più poveri e solo con il proprio corpo: corsa.

In queste società lo sport è spesso visto dalle giovani generazioni come mezzo per un possibile di riscatto economico e sociale, ne sono un chiaro esempio i grandi corridori africani che da molti anni ormai sono i dominatori del mezzofondo.


Lo sport può essere visto come un mezzo perché possa essere considerato un veicolo di trasmissione di valori universali, scuola di vita che insegna rispetto e socializzazione.
Per questo motivo l'educazione fisica ha una parte fondamentale nell'educazione dell'individuo già all'interno della scuola.

Altre correnti di pensiero puntano solo sull'aspetto agonistico, per contro, l'importanza assunta dallo sport a livello sociale e mediatico, conduce sempre di più le persone , giovani in particolare a usarlo come trampolino di lancio per istanze di rivendicazioni sociale o come strumento di dialogo fra popoli.

Negli ultimi anni si sta sviluppando una crescente importanza dello sport nella vita di tutti i giorni ha avuto, quale conseguenza accessoria, l'emergere di nuove branche del sapere dedicate esclusivamente allo studio dei singoli aspetti dell'attività sportiva.

Oltre alla nascita di nuove discipline e specialità,si è sviluppata una fondamentale suddivisione all'interno del mondo dello sport, legata all'aspetto economico che ruota attorno agli avvenimenti sportivi, la divisione tra sport dilettantistico e professionistico.

Gli atleti professionisti vengono pagati per svolgere la propria attività e possono essere considerati dei lavoratori dello spettacolo a tutti gli effetti. Solitamente sono solo i migliori sportivi di ogni disciplina che riescono a diventare dei professionisti e ciò fa in modo che gli eventi sportivi a cui partecipano i professionisti possano vantare delle prestazioni di livello più elevato rispetto allo standard dilettantistico.


Comunque gli sport più famosi e più visibili da un punto di vista mass mediatico sono i più famosi anche per qunto riguarda preferenze personali e politiche per quanto riguarda i finanziamenti.
Per chi crede nello sport dovrebbe esserci una maggiore cultura delle attività minori le quali si scontrano sia con problemi di visibilità mass-mediologica, sia con l'insufficiente copertura finanziaria da parte dei potenziali sponsor.

Questo comporta notevoli costi da sostenere per l'amatorialità dilettantistica e spesso questo si traduce in difficoltà logistiche difficilmente superabili senza l'intervento delle autorità pubbliche.
Per qualcuno sport di massa e sport minori dovrebbero lavorare in sinergia per contribuire a valorizzare le caratteristiche spettacolari dello sport contribuendo a farlo conoscere maggiormente e ad attrarre, anche verso la pratica attiva, un numero maggiore di persone.
Il secondo in termini di visibilità e possibilità economiche, di riflesso beneficia dei risultati dell'
altro, fornendo nuovi praticanti e possibili nuovi campioni.


Tutto questo discorso ha un'ampia visibilità e occasione di contrasti e contestazioni varie durante le olimpiadi, le quali hanno cadenza quadriennale e si dividono in olimpiadi estive ed invernali. In tale occasione i migliori atleti provenienti da ogni parte del mondo, si cimentano nelle diverse discipline olimpiche.

Nelle prime edizioni delle olimpiadi moderne alle gare erano ammessi solo gli atleti dilettanti; nel corso degli anni la regola subì varie deroghe e alla fine venne eliminata per permettere ai miglior atleti professonisti delle diverse discipline, di partecipare alle competizioni olimpiche.Con tale decisione venne posta una pietra sopra l'ipocrisia che per decenni tenne in scacco la trasparenza dello sport agonistico, si allenavano ormai a tempo pieno con modalità scientifiche ottenendo rimborsi spese, talvolta, sostanziosi.

Inoltre quella che avrebbe dovuto essere la loro attività primaria per la loro sussistenza si rivelava, per lo più, a conti fatti, una carriera con le forze armate o di polizia, che grazie ai loro successi sportivi usufruiva di promozioni pressoché automatiche. Nulla escludeva che da queste promozioni di carriera, gli atleti potessero ottenere, di riflesso, "guadagni" socio-economici.


Nell'ideale olimpico, definito con la celebre massima dal barone Pierre De Coubertin "L'importante non è vincere ma partecipare", possono in ogni caso essere condensati quei principi di lealtà, impegno e rispetto che dovrebbero essere alla base della pratica sportiva ad ogni livello, sia che si tratti di atleti dilettanti che di professionisti.

( fonte: Internet )

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