martedì 18 novembre 2008

PSICOSOMATICA

Fino a non molto tempo fa tutte le malattie che non avevano una base organica certa era definita patologia psicosomatica.
La psicosomatica si sta cominciando a diffondere anche nell'ambito della medicina tradizionale, dove aleggia l’idea che il benessere fisico sia o comunque possa essere influenzato dalle emozioni e dai sentimenti che quotidianamente riceviamo.

La psicosomatica è quindi quella parte della medicina che ha dell’uomo una certa visione olistica, ovvero il mondo emozionale ed affettivo si influenzano a vicenda. Troppo semplicistico era un tempo definire psicosomatico tutto quello che non riusciva a venire spiegato in termini clinici.

La guarigione del soma sta nel cercare di esternare sempre la nostra parte di "psico", ovvero quello che pensiamo, il dolore e la sofferenza, così come la gioia va sempre manifestata e condivisa con qualcuno.

Lo stress influisce anche a livello psicosomatico, comportando disturbi nella concentrazione e nell’attenzione, solitamente vengono ignorati avvenimenti positivi e accentuati quelli negativi. Situazioni momentanee possono venire trasformate in decisioni categoriche.

Lo stress è un concetto privo di connotazioni negative, con tale termine si vuole evidenziare la risposta che l’organismo mette in atto per affrontare un evento esterno: alzarsi al mattino per andare al lavoro, la domenica mattina alzarsi all’alba per andare a sciare, o fare una gita fuori porta.
Il problema è quando è troppo eccessivo, si scarica a livello di psicosomatica, perché davanti a c'è l'esigenza da parte del corpo di un cambiamento, al quale reagisce con una risposta emotiva determinata dal significato dato cognitivamente dal soggetto alla situazione attivante, mediante la psicosomatica appunto.


Malattie legate alla psicosomatico, in generale possono essere tutte, ma qui voglio citarvi l'obesità o sovrappeso sono disturbi dell’alimentazione al pari dell’anoressia e della bulimia. Il cibo non è solo una fonte di nutrimento energetico, ma anche emotivo, è una forma di linguaggio che troppe volte gli adulti danno per scontato, quando insegnano a mangiare un bambino trascurano molto l’aspetto emotivo che gli viene trasmesso, creando poi nel tempo delle lacune difficili , anche se possibili, da colmare con il tempo.

Creandosi quindi inconsapevolmente una patologia psicosomatica,dopo la fase di allarme e resistenza, in mancanza di adeguata soluzione all’evento stressante, e dunque di cronicizzazione della pressione di questo sull’organismo, segue una fase di esaurimento delle energie, nella quale subentra la spossatezza e diversi malesseri psicofisici, fino alla patologia somatica vera e propria.

La pelle, dal punto di vista della psicosomatica è il primo punto di contatto che abbiamo con il Mondo , si può quindi arrivare a soffrire di iperidrosi (eccessiva sudorazione, di solito al palmo della mano o alla pianta del piede), prurito, tricotillomania (movimenti stereotipati e ripetitivi che consistono principalmente nello strapparsi i capelli, spesso anche le ciglia, ecc.).

Grazie alla psicosomatica le emozioni ci aiutano a parlare dandoci delle difficoltà di concentrazione, crisi di pianto, depressione, attacchi di ansia o attacchi di panico, difficoltà ad esprimersi, iperattività, confusione mentale, irritabilità, disturbi del sonno, sensazione di noia nei confronti di ogni situazione, cefalea.

Le abbuffate possono avere anche una sintomatologia di tipo compulsivo, anche se non sempre come altri disturbi di tipo alimentare, in una lettura ovviamente psicosomatica dove si accompagna ulteriore sofferenza psicologica, fobie, attacchi di panico, dipendenze.

Chiaramente un ambiente piuttosto ostile, in qui si vivono delle separazioni o delle perdite e dove la stima di sé è minacciata, può creare una situazione psicologica che deve in qualche modo venire fuori, le manifestazioni fisiche allora hanno quindi una manifestazione psicosomatica.

All’interno di un'ottica psicosomatica c'entra anche una patologia molto diffusa nel nostro Paese l’ipertensione arteriosa, la quale da un punto di vista medico tradizionalista viene definita quale condizione morbosa caratterizzata da un aumento dei valori della pressione arteriosa sistolica o massima e della pressione diastolica o minima .

L'ipertensione è una patologia pericolosa, perché il cuore deve sostenere uno sforzo superiore alla normalità e, se è prolungato, può portare ad un ingrossamento del cuore stesso; inoltre il sangue che scorre nei vasi con una pressione elevata li sottopone ad una eccessiva usura e può danneggiarli gravemente, coinvolgendo in questa situazione anche tessuti e organi irrorati dai vasi colpiti, in particolare cuore, cervello, reni e occhi. Il cuore svolge un’ azione di pompa che spinge il sangue nei vasi sanguigni. Questi sono dotati di pareti elastiche che raggiungono ogni distretto dell’organismo.

Bisogna sempre considerare anche i fattori psico- emotivi, che sono determinati dall'ottica psicosomatica. Da un punto di vista dell'ottica psicosomatica ci sono diverse correnti di studio dell’ipertensione arteriosa sono quella di psicologia comportamentale e quella su base psicoanalitico - simbolica.

Secondo la psicologia comportamentale agli stress ambientali ed emotivi intensi e ripetitivi alcune persone risponderebbero più che con normali reazioni comportamentali (come il pianto e l’aggressività) con un’attivazione del sistema nervoso che non è controllabile dalla volontà cui consegue una costrizione dei vasi arteriosi.
Si creerebbero così maggiori resistenza all’affluire del sangue e dunque ipertensione arteriosa.

Per la scuola della psicosomatica simbolica l’ipertensione sarebbe la rappresentazione a livello corporeo di un conflitto inconscio tra "pensiero" e "sentimento", tra passione e ragione, tra emotività e controllo, dove un sangue investito simbolicamente di valenze emotive non può circolare liberamente. L’iperteso dunque tenderebbe a vivere in maniera conflittuale il rapporto con il mondo degli affetti e ne eserciterebbe un esasperato controllo frenando di continuo la passionalità e privilegiando la "fredda" e più sicura ragione.

Da poco tempo si sa che la psicosomatica può aumentare acutamente la pressione arteriosa, ma sono incerte le conoscenze che si hanno su come possano portare ad una stabile elevazione pressori.

Un'ottica psicosomatica fa notare l'associazione tra l'espressione della collera e l'ipertensione, del tutto indipendente dagli altri fattori di rischio dell'ipertensione stessa.

Il tutto è variabile all’energia che si produce all’interno del nostro corpo che ha la necessità di fuoriuscire dal nostro corpo e se non lo fa, sangue, vene ed arterie ce lo fanno presente. Il nostro corpo parla e se vogliamo imparare a stare bene, il solo modo è dare voce al corpo, ascoltarlo bene e rispondergli nella maniera più adeguata.

Il rapporto tra ipertensione arteriosa e psicosomatica passa attraverso l'intreccio di reazioni biologiche e comportamentali, si tende sempre di più a ritenere che i pazienti ipertesi abbiano meccanismi biologici di adattamento in qualche maniera inefficaci, non orientati in senso vantaggioso e incapaci di modellarsi di fronte ai cambiamenti intrinseci od estrinseci dell'organismo.

Per risolvere ogni patologia psicomatica i consigli sono due : pratici e veloci:
L’attività sportiva, regalando a qualcuno qualche chilo in meno, con l'esito anche di divertirsi.

Pratiche di counseling e mental training che aiutino le persone a rilassarsi, a centrare i propri obiettivi, in maniera ironica, divertente, ma sicuramente necessita di un impegno e una costanza.











Nessun commento:

Privacy

Cookies

I cookies sono piccoli file di testo che vengono installati da parte di un sito Web sul browser dell’Utente e che registrano alcune informazioni relative alla sua attività di navigazione; tali dati, se i cookies non vengono disabilitati, vengono comunicati al sito che li ha installati ogni qualvolta l’Utente torna a visitarli.Questo sito non installa in modo automatico cookies di alcun genere.Per pubblicare gli annunci uesto sito utilizziamo aziende pubblicitarie indipendenti quali Google. In qualità di fornitore indipendente, Google utilizza i cookie per pubblicare gli annunci al fine di utilizzare questi dati raccolti (che non includono il tuo nome, indirizzo, indirizzo email o numero di telefono) sulle tue visite a questo e altri siti web per creare annunci pubblicitari su prodotti e servizi che potrebbero interessarti. Uno di questi cookies utilizzato da Google è chiamato DART. L’utilizzo del cookie DART consente a Google di pubblicare annunci per gli utenti in base alla loro visita a questo sito e ad altri siti Internet: in questo modo saranno visualizzati annunci più pertinenti sia con i temi trattati nel sito che con l’inclinazione dei visitatori. Gli utenti possono reperire più informazioni, conoscere le opzioni disponibili e scegliere di non utilizzare il cookie DART consultando la pagina relativa alle norme di Google sulla privacy per la rete di contenuti e per gli annunci.