lunedì 20 ottobre 2008

SPORT PER I VOSTRI PARGOLETTI

Educazione psicomotoria importanza per la necessità di costruire un’identità olistica della persona, Le Boulch parla di pedagogia attiva in quanto non è possibile separare il corpo dalla mente.
Il gioco costituisce una risorsa privilegiata di apprendimento e di relazione. Esso, infatti, favorisce rapporti attivi e creativi sul terreno sia cognitivo che relazionale, consente al bambino di trasformare la realtà secondo le sue esigenze interiori, di realizzare le sue potenzialità e di rivelarsi a se stessi e agli altri in una molteplicità di aspetti, di desideri e di funzioni (Orientamenti).
Jean Piaget e Sigmund Freud hanno evidenziato che l’attività ludica inizia quando il bambino prende coscienza dell’esistenza delle persone e delle cose che lo circondano.
Il gioco è il mezzo per costruire legami e stabilire profonde comunicazioni che vanno oltre le parole dette. Il gioco costituisce la condizione sociale indispensabile allo sviluppo di sé e alla interiorizzazione delle abilità sociali, intese non solo come acquisizione delle regole e del limite, ma anche come capacità di dare e prendere, di sperimentare la tolleranza, di gestire processi di negoziazione e di mediazione reciproca.
Il gioco è per l’infanzia non solo rappresentazione della continuità tra il passato ed il presente, ma anche fattore di liberazione; il bambino, infatti, entra in contatto, attraverso l’attività ludica, con il mondo circostante e compie esperienze concrete. Esso è una sorgente di motivazione e, perciò, sarebbe inimmaginabile, come ha sostenuto Claparède “un’infanzia senza giochi”. Un bambino che non sa giocare è in “fieri” un adulto incapace non solo di pensare e di ragionare, ma anche di agire responsabilmente. Già negli ORIENTAMENTI del 1991 dalla Scuola Materna sono molto approfonditi ed è dedicato ampio spazio ai “ CAMPI DI ESPERIENZA!” come: discorso e parole, spazio e tempo, Sé ed invece tutto quello che riguarda il corpo ed il movimento sia relegato in uno spazio contenuto.
L’analisi del movimento umano ha cominciato a diventare un argomento di rilevanza scientifica con l’avvento dei mezzi tecnici di misura e cattura sequenze motorie.
I modelli sono una tecnica per riassumere dati sperimentarli, organizzarli in una cornice coerente in grado di convalidare con nuove esperienze. Teorie senza misure rimane un prodotto d’arte o una magia, misure anche raffinate senza una teoria adeguata condannata alla cecità rispetto agli altri aspetti importanti delle problematiche motorie. I movimenti quotidiani sono oggetto dell’esperienza quotidiana, creando un’aspettativa sbagliata che una conoscenza esauriente si possa raggiungere accodandosi allo sviluppo delle tecniche di misura. Ogni esperimento è la sorgente più frequente di domande che risposte, con il tentativo di catturare la complessità delle azioni finalizzate e del comportamento adattivo.

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