venerdì 29 febbraio 2008

RUOLO INGANNEVOLE DI CINEMA E PUBBLICITA'

Il cinema e la tv spesso ci offrono dei modelli irreali, falsi e irraggiungibili, troppo spesso però per un giovane in formazione i miti della tv sono dei modelli da prendere in considerazione , facendo propri i pensieri degli altri senza valutare se giusti o sbagliati, se possono andare bene anche per il nostro stile di vita.
Le pagine sportive dei quotidiani si interessano molto spesso di doping, soprattutto dopo che qualche controllo ha scoperto qualche atleta in fallo e magari nei controlli a sorpresa oppure durante le manifestazioni nazionali & internazionali.
E' altrettanto vero che l’informazione mediatica tende a sottolineare l’aspetto scandalistico del fenomeno, tralasciando quello legato alle conseguenze negative che il doping ha sulla salute degli atleti. Il problema del doping nasce con l’”humus” culturale dei nostri tempi:
l'uomo di oggi vive per apparire, non per essere. Pensiamo solo agli effetti emulativi, richiamati e rinforzati dai mass media, esercitati dai grandi campioni sportivi del professionismo: una grande squadra di calcio, glorificata fino al giorno prima per i suoi ripetuti successi, perde una “finale” e subito si scatena il finimondo e la delusione totale dei suoi sostenitori, “bisognosi” di vincere sempre e comunque.
Chissà perché poi è impossibile perdere, quasi che gli atleti, siano delle macchine che agendo in automatico non sbagliano mai. Di conseguenza ci sono poi troppe polemiche, che andando a colpire un soggetto fragile, che dà molta importanza al giudizio degli altri, porta inevitabilmente alla spinta di doparsi.
Dal punto di vista sociologico però lo sport è costitutivo dell’identità sociale di quasi tutti gli adolescenti; pochi sono quelli che non si identificano con una squadra di calcio o con un suo campione, e questo fenomeno è andato tanto più generalizzandosi quanto più abbiamo visto cadere in crisi le culture “forti” dello scorso secolo come le ideologie politiche o la religione: al loro posto sono subentrate culture superficiali, con troppa presa sui giovani, come quelle rappresentate dal mondo della musica pop, del cinema e, per l’appunto dello sport.
Gli adulti , punti di riferimento per i giovani, dovrebbero fungere anche da mediatori di questi Mondi per evitare inutili illusioni.
Gli adulti devono insegnare ai loro figli a fare sport, musica e quant'altro con il,solo scopo di crescere e divertirsi, non dargli troppe pressioni e non voler vedere a tutti i costi solo perché bravo, con talento un campione.
L’attuale società di massa del nostro pezzetto di mondo iper sviluppato, sempre più impegnata ad auto conservare ritmi di sviluppi sempre più difficili da mantenere in un pianeta dove, per contro, il sottosviluppo procede causando guasti e contraccolpi imprevedibili, continua a farsi portavoce di messaggi educativi contraddittori, entrambi di fatto condivisi: da un lato ci sono le norme morali, sociali e giuridiche con i valori ad esse sottesi; dall’altro c’è lo strapotere dei media perennemente bisognosi di creare audience, indifferenti alle conseguenze psicologiche e sociali che essi producono attraverso la riproposizione continua a costante di miti suggestivi ma inarrivabili come il successo nel cinema, in TV o nello sport.
Tutto questo falso terreno può portare le persone più deboli, più fragili con una scarsa- bassa autostima a sviluppare dei disturbi alimentari: la maggior parte dei culturisti soffre di bulimia in quanto non si vede mai abbastanza grosso.
Ecco che mass media, scuola e genitori in questo ambito devono fare la loro parte: dare migliori informazioni sui danni che queste sostanze fanno e sulla fine che hanno fatto gli atleti che si sono dopati a lungo.
Si potrebbe evitare di dare molto spazio agli atleti molto muscolosi, o alle atlete troppo minute.
Un ruolo importante c'è l'hanno gli sponsor, che potrebbero dare il loro appoggio solo agli atleti che si comportano onestamente.

Questo per onestà nei confronti dei giovani che magari non riescono a capire come mai serve prendere tante cose per farcela e cominciano a dubitare di stessi.

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